Scienza e Tecnologia
Mercoledì 22 Maggio 2024
Leucemia, un mixaggio sostituisce il sangue sano a quello malato
È possibile cancellare completamente il sangue di una persona malata di leucemia sostituendolo contemporaneamente con quello donato da una persona sana: lo permette una tecnica che ricorda ciò che fa un deejay alla sua console di mixaggio, quando fa svanire gradualmente la prima canzone mentre alza sempre più il volume della seconda. Pubblicata sulla rivista Nature, la tecnica è stata sperimentata con risultati promettenti su topi e cellule umane coltivate in laboratorio . La ricerca, guidata dall'Università svizzera di Basilea, punta a iniziare le sperimentazioni sull'uomo nel giro di pochi anni.
Lo studio, che rappresenta il completamento di un progetto finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca con 2,4 milioni di euro, apre a nuove opzioni terapeutiche non solo per chi è affetto dalla leucemia ma anche, ad esempio, per correggere gravi difetti genetici o per conferire resistenza ai virus, come l'Hiv.
Nelle forme aggressive di leucemia, l'unica possibilità di cura è la sostituzione dell'intero sistema sanguigno malato con uno sano. Il trapianto di cellule staminali del sangue è, dunque, un trattamento già consolidato, ma è una procedura che comporta molti effetti collaterali e complicanze: si usa, infatti, la chemioterapia per rimuovere le cellule del sangue, comprese le staminali, e solo dopo è possibile somministrare il sangue del donatore.
Per cercare un'alternativa meno aggressiva e dannosa, i ricercatori coordinati da Lukas Jeker hanno costruito anticorpi che sono in grado di riconoscere una particolare struttura superficiale presente su tutte le cellule del sangue, sia sane che malate, ma non sulle altre cellule del corpo. Questi anticorpi sono legati ad un farmaco tossico che uccide il bersaglio in maniera mirata. Mentre questo processo è in corso, il deejay può già mettere la seconda canzone, ovvero il trapianto di cellule del sangue sane. Per evitare, però, che l'anticorpo-killer uccida anche le nuove cellule, gli autori dello studio hanno usato tecniche di ingegneria genetica per modificare le staminali del donatore di modo che non possano essere riconosciute.
"Avevamo bisogno di una molecola presente sulla superficie delle cellule che apparisse con la stessa frequenza su tutte quelle del sangue ma che non fosse presente altrove", afferma Jeker. Il candidato ideale si è rivelato essere una proteina chiamata CD45 che, allo stesso tempo, è adatta anche alla protezione delle nuove cellule: può essere, infatti, modificata per 'schermarle' dall'attacco degli anticorpi mantenendo però intatta la sua funzione.
"Questo nuovo approccio potrebbe aprire la strada a nuove opzioni terapeutiche per i pazienti il cui stato di salute è incompatibile con la chemioterapia necessaria per il trapianto di cellule staminali", afferma Romina Matter-Marone, prima firmataria della ricerca insieme a Simon Garaudé. Secondo quest'ultimo, inoltre, si tratta di un passo avanti verso un sistema sanguigno programmabile, che potrebbe svolgere diverse funzioni su richiesta, aprendo ulteriori possibilità non solo per le persone affette da leucemia, ma anche per altre malattie che colpiscono il sangue.
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