Scienza e Tecnologia
Martedì 26 Settembre 2023
Le maree ridisegnano in poche ore i confini di ghiaccio dell’Antartide
Le maree ridisegnano i confini di ghiaccio dell’Antartide attraverso un processo molto più rapido ed esteso di quanto si pensasse: la linea che separa il ghiaccio situato sulla terraferma da quello che galleggia sul mare si può spostare anche di 15 chilometri in poche ore, per poi ritornare nella posizione iniziale al cambiare della marea. Lo indica lo studio guidato dall’organizzazione britannica British Antarctic Survey e pubblicato sulla rivista The Cryosphere, che ha monitorato la piattaforma di ghiaccio Ronne (situata lungo la costa settentrionale) per ben 5 anni. I risultati sono particolarmente rilevanti, poiché indicano che questo processo potrebbe accelerare ulteriormente lo scioglimento dovuto alla crisi climatica, e dunque aumentare il suo contributo all’innalzamento globale del livello dei mari.
Le misurazioni precedenti riguardanti le maree erano finora limitate a piccole regioni su scale temporali molto brevi. Per questo motivo, i ricercatori guidati da Bryony Freer hanno deciso di studiare un’ampia zona che si estende per circa 220 chilometri, effettuando continue misurazioni per cinque anni. Per fare ciò, hanno utilizzato il satellite Icesat-2 della Nasa, che è dotato di uno strumento in grado di lanciare 10mila impulsi laser al secondo per misurare con estrema precisione l’altezza della superficie del ghiaccio.
Lo spostamento osservato del confine ‘di ghiaccio’ di 15 chilometri tra l’alta e la bassa marea è uno dei più grandi osservati ovunque in Antartide e mostra che la velocità con cui avviene il processo raggiunge oltre 30 chilometri all’ora. Inoltre, gli autori dello studio hanno scoperto che, in alcune zone, la marea invade l’interno molto più rapidamente rispetto a quando si ritira: si tratta di un dato rilevante perché suggerisce che l’acqua di mare potrebbe rimanere intrappolata sotto il ghiaccio con l’avanzata della marea, e quindi impiegare più tempo per essere eliminata, forse aumentando la velocità con cui la calotta glaciale si scioglie dal basso.
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