Una tempesta solare non prevista ha colpito la Terra negli scorsi giorni, non ha provocato danni ma solo inattese aurore. A rilevarla domenica sono stati gli strumenti dell’Osservatorio climatico dello spazio profondo della Nasa e ancora non sono pienamente comprese le cause che l’hanno scatenata.
Una testimonianza di quanto lavoro ci sia ancora per comprendere a fondo il meteo spaziale le cui tempeste possono provocare gravi danni economici alle infrastrutture spaziali come i satelliti. Le prime avvisaglie di una tempesta solare che stava colpendo il campo magnetico terrestre sono state registrate domenica mattina e in poche ore l’intensità del vento solare è cresciuto fino a raggiungere una velocità di oltre 600 chilometri al secondo innescando una tempesta geomagnetica definita di classe G2, in una scala che va da G1 a G5, dove 5 è il livello massimo.
Nonostante i grandi progressi fatti in questi decenni nello studio della meteorologia spaziale “l’evento non era stato previsto”, spiega SpaceWeather, uno dei siti specializzati di riferimento nel settore. La tempesta è stata provocata dal cosiddetto vento solare, un flusso di particelle e plasma espulso dalla superficie del Sole che in questo periodo si trova in una fase di piena attività.
Essendo stato un evento piuttosto debole non ci sono state conseguenze per satelliti e strumenti in orbita ma proprio per proteggerli esiste da tempo un servizio molto accurato di previsioni meteo spaziali. “Il flusso di vento solare che ha dato vita a questo evento è un po' un enigma”, prosegue il post di SpaceWeather, e conferma quanto ci sia ancora tanto da capire della nostra stella. A godere dell’evento sono però stati i tanti appassionati di aurore polari perché la tempesta ha prodotto ‘luci danzanti’ ben visibili, nonostante sia estate, anche dalla Danimarca e dalla Pennsylvania
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