La nausea da Realtà virtuale eliminata con stimolazioni elettriche

Eliminare la nausea dovuta all’uso della realtà virtuale modulando l’attività cerebrale con piccole stimolazioni elettriche sul cranio. A riuscirci in modo innovativo è stato il gruppo di ricerca coordinato dal neurologo Simone Rossi, dell’Università di Siena, con la partecipazione dell'Università Sapienza di Roma e la Scuola di Medicina di Harvard. Il risultato, pubblicato sulla rivista Neurotherapeutics potrebbe aiutare coloro che usano la realtà virtuale in modo prolungato, come i chirurghi che operano da remoto, oppure gli astronauti che si trovano in microgravità.

“Quando dai nostri recettori sensoriali, ad esempio la vista o il sistema vestibolare, arrivano informazioni che si trovano in disaccordo tra loro abbiamo un cosiddetto mismatch sensoriale, ossia la causa della nausea che avvertiamo come mal d’auto o mal di mare”, ha detto Rossi all’ANSA. “Lo stesso – ha aggiunto – avviene in molti soggetti che usano la realtà virtuale oppure agli astronauti nello spazio”. Partendo da un precedente studio su un soggetto con disturbi al sistema vestibolare, una struttura che si trova vicino all’orecchio fondamentale per gestire l’equilibrio, i ricercatori hanno testato in una quarantina di soggetti sani i possibili effetti terapeutici di deboli stimolazioni elettriche prodotte da elettrodi poggiati sulla testa. Ai soggetti è stato fatto indossare un visore per la realtà virtuale, percorrendo un giro sulle montagne russe, e analizzato gli effetti di varie tipologie di stimolazioni. “Stimolazioni a frequenza più bassa erano in grado di aumentare il senso di nausea mentre frequenze più alte, ma sempre completamente sicure e impercettibili, hanno eliminato la nausea nel maggior parte dei casi”, ha detto il neurologo dell’Università di Siena.

La scoperta potrebbe portare ora all’integrazione di stimolatori elettrici all’interno dei visori usati da coloro che usano la realtà virtuale per tempi prolungati, ad esempio i chirurghi impegnati nella formazione oppure per le sempre più comuni operazioni da remoto in cui guidano gli strumenti robotizzati usando un visore immersivo. “Un’altra applicazione – ha aggiunto Rossi – potrebbe essere per gli astronauti che possono soffrire di nausea quando sono in ambienti di microgravità”.

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