Il tesoro di biodiversità custodito dalle barriere coralline è stato svelato dalla vastissima mappa dei microrganismi che vi abitano, così tanti da avvicinarsi per diversità a quelli raccolti finora in tutto il globo. Lo ha scoperto la più grande indagine mai fatta in questo campo, che ha permesso la pubblicazione, su diverse riviste, di ben otto studi guidati dalle Università francesi della Sorbona e della Costa Azzurra, dal Centro francese per il sequenziamento genetico e dalla Rice University americana. La mappa aiuterà a proteggere questi ecosistemi unici, particolarmente minacciati dalla crisi climatica, poiché i loro microscopici abitanti sono essenziali per mantenerli in salute.
Nel primo studio pubblicato su Nature Communications, i ricercatori guidati da Pierre Galand della Sorbona hanno raccolto 5.392 campioni da tre specie di coralli diverse. La raccolta è stata fatta in 99 diverse barriere coralline di 32 sistemi di isole nel Pacifico tra il 2016 e il 2018, nell’ambito della spedizione della goletta Tara. I campioni hanno rivelato 2,87 miliardi di sequenze genetiche diverse, circa il 25% in più rispetto ai 2,2 miliardi di sequenze riportate dall'Earth Microbiome Project, il progetto globale di mappatura della diversità del microbioma.
Il secondo dei due studi principali, guidato da Alice Rouan dell’Università della Costa Azzurra e pubblicato sulla stessa rivista, ha invece analizzato la relazione tra i cambiamenti nella temperatura dell’acqua e la lunghezza delle estremità dei cromosomi, i cosiddetti telomeri, che costituisce un marcatore dello stato di salute e dell’invecchiamento. Mentre il primo dei due coralli studiati si è dimostrato più colpito dalle variazioni stagionali delle temperature, l’altro ha mostrato livelli elevati di stress solo in caso di ondate di calore o di periodi particolarmente freddi. Queste informazioni sono preziose, perché suggeriscono che coralli diversi rispondono in maniera diversa ai cambiamenti climatici.
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