Il segreto dell’incredibile biodiversità delle regioni tropicali potrebbe essere in un evento di raffreddamento globale avvenuto 15 milioni di anni fa. Secondo uno studio dell’Università di Oxford, basato sull'analisi dei fossili, e pubblicato sulla rivista Nature il motivo per cui oggi i tropici ospitano un numero di specie maggiore rispetto alle altre aree climatiche sarebbe da ricercare in un abbassamento delle temperature avvenuto milioni di anni fa, che avrebbe ristretto il numero di nicchie ecologiche disponibili nelle regioni più fredde.
E’ piuttosto evidente che nelle regioni tropicali, come le foreste equatoriali, ci sia un’incredibile varietà di specie differenti, tanto che si stima che nella sola Amazzonia esistano 2,5 milioni specie di insetti e un quinto di tutti gli uccelli del pianeta. Una disparità enorme rispetto a tutte le altre aree, un’anomalia di cui non si è mai trovata finora una spiegazione plausibile. Analizzando ora oltre 400mila reperti fossili relativi agli ultimi 40 milioni di anni, in particolare le tante varietà di fossili di plancton, i ricercatori hanno formulato una possibile spiegazione.
I dati indicherebbero che circa 15 milioni di anni fa le temperature iniziarono a diminuire e ciò provocò una sorta di rimpicciolimento degli spazi vitali disponibili per i viventi che vivevano già nelle regioni fredde. L’ulteriore raffreddamento determinò la scomparsa di alcune nicchie ecologiche costringendo le varie specie a competere in spazi vitali sempre più piccoli mentre nelle regioni calde questi effetti furono molto più limitati. Risultato finale fu la riduzione della varietà di specie viventi nelle regioni fredde e quindi in proporzione una maggiore biodiversità ai tropici. Uno studio che può aiutare anche a prevedere meglio gli scenari futuri, dovuti all’attuale crisi climatica, perché il plancton è vitale per l’intera catena alimentare oceanica.
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