Sono in arrivo le Geminidi, le stelle cadenti di dicembre che non hanno nulla da invidiare per quantità e brillantezza alle Perseidi che si possono ammirare in agosto. Quest'anno il picco è atteso nella notte tra 13 e 14 dicembre e le circostanze per l'osservazione saranno molto favorevoli perchè non ci sarà alcun disturbo da parte della Luna: un'occasione da non perdere, dunque, anche perché, secondo alcuni studi, questo sciame meteorico si sta evolvendo rapidamente ed è destinato a scomparire nel giro di un centinaio di anni. Siamo ancora lontani, però, dalla notte più lunga dell'anno: tradizionalmente individuata in quella tra 12 e 13 dicembre, cade invece in occasione del solstizio d'inverno, il 22 dicembre come ricorda l'Unione Astrofili Italiani.
Le stelle cadenti sono frammenti di comete o asteroidi che, entrando all'interno dell'atmosfera terrestre, si surriscaldano producendo una scia luminosa. Le Geminidi apparvero per la prima volta a metà del 1800. Gli astronomi dell'epoca esplorarono il cielo alla ricerca del corpo celeste che doveva averle generate, ma la caccia proseguì senza esito per oltre un secolo. Nel 1983, infine, il satellite Iras della Nasa e delle agenzie spaziali del Regno Unito e dei Paesi Bassi trovò la cometa rocciosa '3200 Phaethon', identificata come la fonte dello sciame.
Il mistero sembrava dunque risolto, ma un recente studio pubblicato sulla rivista The Planetary Science Journal e guidato dal California Institute of Technology ha rimesso tutto in discussione. Ha infatti scoperto che la coda di 3200 Phaethon è fatta di gas, dunque non può essere la responsabile della formazione dei meteoroidi che compongono le Geminidi. Nonostante questo, la cometa rocciosa continua a essere la principale sospettata e alcune ipotesi suggeriscono che all'origine potrebbe esserci uno scontro
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