Scienza e Tecnologia
Lunedì 26 Febbraio 2024
Dalle gabbie per la luce una spinta alle tecnologie quantistiche
Trappole per la luce più efficienti, capaci di catturala mantenendone intatte nel tempo tutte le proprietà, aprono la strada a nuove tecnologie quantistiche. Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature ed è il frutto della ricerca coordinata dall'Italia, con Gianluigi Zito dell’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e condotta in collaborazione con l’Università di Singapore e i Laboratori Nazionali Lawrence Berkeley in California. Fra le nuove tecnologie che ora è possibile realizzare, ci sono sensori capaci di rilevare le singole particelle di luce, i fotoni.
"Il nostro lavoro ha permesso di migliorare significativamente una tipologia di dispositivi che già esisteva, una sorta di trappole per fotoni, simili a vortici in cui la luce viene catturata e mantenuta isolata dall’esterno", ha detto all’ANSA Vito Mocella, dell’Isasi-Cnr e uno degli autori dello studio. "Abbiamo migliorato di molto l’efficienza di queste trappole, nelle quali prima era difficile farvi entrare i fotoni, e le abbiamo accoppiate con un secondo stato della luce, capace invece di dialogare con l’esterno”. Si tratta di quello che è viene definito ‘accoppiamento supercritico’, nel quale i singoli fotoni vengono intrappolati, ‘congelandone’ le caratteristiche, senza farne perdere l’energia e mantenuti in quelli che sono detti ‘stati legati nel continuo’ o Bic.
In queste condizioni, i fotoni possono essere guidati e rilasciati in modo controllato, come mai era stato possibile finora. Intrappolati sotto forma di Bic, i fotoni non possono sfuggire e per questo si dice che entrano in una sorta di modalità di buio, nella quale diventa possibile manipolarli e utilizzarli per applicazioni nell'ambito delle tecnologie quantistiche. Per Xiaogang Liu, dell’Università di Singapore, "questa svolta non è solo una scoperta fondamentale, ma rappresenta un cambio di paradigma nel campo della nanofotonica che modifica la nostra comprensione della manipolazione della luce a livello nanometrico”.
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