Scienza e Tecnologia
Martedì 29 Novembre 2022
Dal 2035 gli orologi non si fermeranno più per aspettare la Terra
A partire dal 2035 (ma se possibile anche prima) sarà sospesa la pratica di aggiungere secondi intercalari agli orologi ufficiali per sincronizzarli con la rotazione della Terra. La decisione, caldeggiata anche da colossi come Google e Meta, è stata presa dai rappresentanti dei governi di tutto il mondo alla Conferenza generale su pesi e misure (Cgpm) a Parigi. Contraria la Russia, che vorrebbe rimandare lo stop almeno al 2040 per avere tempo di introdurre le modifiche necessarie al suo sistema di navigazione satellitare Glonass il quale, a differenza del Gps americano, incorpora il secondo intercalare.
Proprio tenendo conto di questa difficoltà l'assemblea ha deciso di puntare al 2035 per la svolta, ma rimangono ancora molte incertezze. La risoluzione prevede che nessun secondo intercalare venga aggiunto per almeno un secolo, consentendo uno sfasamento tra il Tempo Universale UT1 (che misura la rotazione terrestre rispetto alle stelle) e il Tempo Coordinato Universale UTC (lo standard di riferimento internazionale per la vita civile misurato da centinaia di orologi atomici sparsi nel mondo). Il Cgpm però prevede di consultarsi con altre organizzazioni internazionali per decidere entro il 2026 se sarà opportuno imporre un limite massimo allo sfasamento.
Finora il secondo intercalare è stato aggiunto ogni qual volta la differenza tra UT1 e UTC è arrivata a 0,9 secondi entro 12 mesi. In pratica, il secondo viene aggiunto il 30 giugno o il 31 dicembre, facendo segnare agli orologi lo stravagante orario 23:59:60 prima della mezzanotte. Questo è accaduto 27 volte dal 1972 a oggi: l’ultima è stata a Capodanno 2017. Il salto temporale, impercettibile per noi umani, ha più volte creato problemi ai sistemi digitali, con programmi in crash e dati corrotti a causa dell’insolita marca temporale. Questo ha acceso un forte dibattito nella comunità scientifica coinvolgendo anche i giganti del web come Meta, allarmati anche dalla possibilità ventilata negli ultimi anni di introdurre un secondo intercalare negativo (ovvero togliere un secondo invece che aggiungerlo) per restare al passo con la recente accelerazione della rotazione terrestre.
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