Covid, a novembre consistente ripresa della diffusione

A novembre si rileva una decisa ripresa dei casi di Covid-19 in Italia e la percentuale di positivi è più che raddoppiata rispetto a fine ottobre. Lo indica l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche, relativa ai dati aggiornati al 29 novembre, ultimo giorno in cui il Governo li ha resi disponibili pubblicamente.

"Nel mese di novembre si osserva a livello nazionale una consistente ripresa della diffusione dell'epidemia", osserva il matematico, e "la percentuale di positivi ai test molecolari nelle ultime due settimane è pari a circa il 30%, contro il 13% circa di fine ottobre".

Per quanto riguarda i ricoveri, nei reparti ordinari si rileva "una crescita lineare, con valore medio al 29 novembre di circa 5.600 unità e tasso medio di aumento pari a circa 105 unità al giorno"; la crescita è lineare anche nei reparti di terapia intensiva, "con un valore medio al 29 novembre pari a circa 170 unità e con un tasso medio di aumento negli ultimi sette giorni pari a circa 6 unità al giorno, aumentato rispetto al tasso delle due settimane precedenti pari a circa 2.4 unità al giorno".

I decessi sono circa 420 a settimana, rispetto ai 235 dei sette giorni precedenti, "stimato dai dati degli ultimi due giorni fino al 29 novembre. Per una stima più attendibile - osserva l'esperto - sono necessari più dati".

La ripresa nella circolazione del virus Sars-CoV-2 a novembre si osserva anche nelle 107 province, escluse quelle di Matera, Catanzaro, Cagliari, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo e Siracusa. Tutte le altre province hanno subito un aumento della diffusione e, di queste, 60 si trovano ora in una fase di stasi o di diminuzione dell'incidenza settimanale; le 37 province rimanenti sono in fase di crescita lineare.

L'incidenza è ora in stasi o decrescita a Bolzano, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Salerno, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Gorizia, Pordenone, Trieste, Frosinone, Rieti, Viterbo, Imperia, Savona, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, Ascoli Piceno, Macerata, Campobasso, Isernia, Biella, Cuneo, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Oristano, Sud Sardegna, Ragusa, Trapani, Arezzo, Grosseto, Lucca, Massa Carrara, Siena, Trento, Perugia, Terni, Aosta, Belluno, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.

Per quanto i riguarda i valori dell'incidenza, Sebastiani osserva che "continua a perdurare la grande differenza dei valori dell'incidenza tra le province del Nord e del Sud, che verosimilmente ha alla base le differenze climatiche. In particolare - prosegue - si nota che, tra le dodici province con l'incidenza più alta, si trovano sei delle sette province del Veneto, mentre tra le dodici con incidenza più bassa si trovano tutte le nove province della Sicilia".

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