(ANSA) - PISA, 25 OTT - Un braccio robotico preleva i frammenti ceramici o di pietra, li passa ai sensori per le analisi chimico fisiche e crea poi un modello 3D completo di dati e informazioni. Questo avveniristico scenario che unisce robotica e intelligenza artificiale, destinato a rivoluzionare il mondo dell'archeologia, sarà presto realtà grazie ad Automata, un progetto quinquennale (2024-2029) coordinato dall'Università di Pisa e finanziato dal programma HorizonEu dell'Unione europea.
Automata svilupperà due prototipi di braccia robotiche smart, spiega una nota, uno dei quali sarà testato a Pisa nei laboratori del Dipartimento di civiltà e forme del sapere.
Inoltre, l'idea è di diffondere il più possibile questa tecnologia rendendola disponibile a basso costo: i software saranno rilasciati come open source e le principali componenti robotiche del dispositivo potranno essere riprodotte con una stampante 3D. "Ad oggi la fase di analisi dei reperti richiede molto tempo e forti competenze per questo non è possibile fare analisi in modo massivo - spiega il professore Gabriele Gattiglia dell'Università di Pisa, coordinatore del progetto -.
Automata faciliterà la documentazione archeologica grazie allo sviluppo di un sistema di digitalizzazione avanzata che integra sensoristica archeometrica, automazione robotica e Intelligenza artificiale". A livello tecnico, Automata consentirà una digitalizzazione rapida e a basso costo. Questo approccio semplificherà l'acquisizione dei dati, a beneficio di istituzioni pubbliche e private, musei e istituti dedicati alla ricerca, alla conservazione e alla tutela. Non ultimo, il lavoro di documentazione di Automata andrà ad arricchire il cloud dedicato alla condivisione e all'utilizzo innovativo del patrimonio culturale che l'Unione europea sta costruendo (Eccch).
Automata sarà realizzato da un partenariato di eccellenza composto da 12 organizzazioni accademiche e non accademiche provenienti da sette paesi sotto il coordinamento dell'Università di Pisa. La gestione del progetto è affidata al professore Gabriele Gattiglia, docente di Metodologia della ricerca archeologica e Archeologia digitale presso il Dipartimento di civiltà e forme del sapere. Lo stesso Dipartimento sarà protagonista con un team interdisciplinare di archeologi, filosofi ed esperti di comunicazione. (ANSA).
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