Scienza e Tecnologia
Giovedì 02 Marzo 2023
Come vivere con poco ossigeno, nella città più alta del mondo
Vivere con poco ossigeno nella città più alta del mondo, La Rinconada in Perù, a 5.100 metri di quota, è possibile grazie alla grande capacità dell'organismo umano di adattarsi anche alle condizioni più estreme, al punto da riuscire a produrre il doppio dell'emoglobina senza andare in carenza di ferro. Lo ha scoperto la ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Hemasphere e nella quale hanno un ruolo importante l'Università di Milano e quella francese di Grenoble.
I ricercatori, fra i quali gli italiani Stefania Recalcati, Elena Gammella, Margherita Correnti e Gaetano Cairo, tutti della Statale di Milano, hanno studiato il legame fra metabolismo del ferro e la formazione dei globuli rossi (eritropoiesi) analizzando gli abitanti residenti in tre zone del Perù: a livello del mare, ad alta quota (Puno, 3.800 metri) e a La Rinconada (5.100 metri, la città più alta del mondo). E' emerso così che l'organismo umano si adatta alle condizioni di carenza di ossigeno (ipossia) indotta dall'alta quota sintetizzando grandi quantità di emoglobina, necessaria per trasportare l'ossigeno nell'organismo. Per produrre emoglobina, i globuli rossi utilizzano grandi quantità di ferro e la disponibilità di ferro è particolarmente cruciale quando la sintesi dei globuli rossi è elevatissima (eritrocitosi), come avviene ad altitudini elevate. Ma i risultati indicano che il progressivo aumento dei globuli rossi e la massa di emoglobina "non è accompagnato dalla carenza di ferro", osserva Recalcati, co-coordinatrice della ricerca. "Anche le condizioni estreme osservate negli abitanti di La Rinconada, che presentano, ad esempio, un ematocrito oltre 70% (dovuto ad un volume totale degli eritrociti raddoppiato rispetto al normale) non portano a carenza di ferro".
A evitare la carenza di ferro sono alti livelli della proteina chiamata ceruloplasmina, necessaria per assorbire il ferro e indotta dalla mancanza di ossigeno. I risultati potranno essere utili per aiutare i pazienti con malattie respiratorie che comportano una grave ipossia cronica o con malattie ematologiche come la policitemia, caratterizzate da un forte aumento della quantità di globuli rossi nel sangue
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