Liberare l'Internet delle Cose, la cosiddetta IoT, dalle tradizionali batterie e renderla sempre piu' verde grazie a nuovi materiali semiconduttori organici. E' l'obiettivo di un gruppo di ricercatori dell'Universita' King Abdullah in Arabia Saudita che in un articolo sulla rivista Nature Electronics propone nuovi miglioramenti nei dispositivi detti raccoglitori di energia a radio frequenza (Rf).
Negli ultimi decenni si e' assistito alla graduale e rapidissima crescita dell'internet delle cose, ossia alla connessione in rete di oggetti e sensori di vario tipo in grado di dialogare tra loro, scambiandosi informazioni. Dai comunissimi smartphone o assistenti vocali fino a reti piu' tecniche, come quelle all'interno di una catena produttiva industriale o i sensori connessi all'intera rete di illuminazione pubblica, gli oggetti connessi nel mondo sono ormai diverse decine di miliardi, e continueranno ad aumentare. Avere sensori capaci di scambiare informazioni in tempo reale o quasi offre grandissimi vantaggi ma allo stesso tempo questa loro grande diffusione pone importanti sfide, tra queste il problema di dotare ogni oggetto di batterie che devono essere spesso sostituite e la cui produzione ha un importante impatto ambientale.
Una delle possibili soluzioni potrebbe arrivare dai cosiddetti raccoglitori di energia a radio frequenza (Rf), dispositivi gia' usati in alcune applicazioni - ad esempio negli Rfid usati a volte per scambiare informazioni con gli smartphone - e che i ricercatori sauditi stanno migliorando per trasformarli in nuove forme di 'batterie' per il mondo Iot. Il gruppo di ricerca guidato da Thomas Anthopoulos ha sviluppato importanti migliorie per la produzione di queste tipologie di dispositivi anche su substrati biodegradabili come la carta e nuovi materiali a base di polimeri organici. "Tali tecnologie - ha detto Anthopoulos - forniscono gli elementi costitutivi necessari per un modo piu' sostenibile di alimentare i miliardi di nodi di sensori nel prossimo futuro"
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