Grazie al progetto quinquennale, che punta a scoprire le radici dell’intenzionalità , è nato in Italia il primo laboratorio specializzato nello studio di queste insospettabili capacità delle piante . La scommessa è decodificare il linguaggio chimico che le piante utilizzano per comunicare e “prendere decisioni importanti per risolvere i problemi dettati da un ambiente in continua mutazione”, osserva dice Umberto Castiello, responsabile scientifico del progetto e professore ordinario di Neuroscienze cognitive al dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova.
“Abbiamo dimostrato per la prima volta, attraverso l’utilizzo di sofisticate tecniche di analisi del movimento , che le piante sono in grado di pianificare una risposta in base alle caratteristiche degli stimoli ambientali e al contesto in cui si sviluppano ”, dice Castiello. “Le nostre ricerche – prosegue - indicano che le piante sono in grado di riconoscere l’attitudine sociale espressa da altre piante e agire di conseguenza . Piuttosto che studiare le piante per scopi legati alla produttività e allo sfruttamento cerchiamo di capire come le piante vivono la loro vita e applicano soluzioni ‘intelligenti’.
L’obiettivo del progetto è decodificare il linguaggio chimico che guida il comportamento delle piante “per farci dire da loro come salvaguardare l’ambiente e la nostra specie”. Bioinformatica , bioingegneria , chimica analitica , filosofia uniscono le forze in questo compito complesso, insieme a fisiologia vegetale , psicologia fisiologica e comparata .
Nel laboratorio si studia la pianta di pisello , scelta come modello sperimentale per le caratteristiche del suo movimento verso un potenziale supporto . Illuminazione, irrigazione, temperatura e umidità sono controllate in modo da consentire l’a nalisi 3D del movimento in tempo reale , l’analisi delle molecole volatili utilizzate per comunicare e quella dei potenziali elettrici utilizzati dalle piante per scandagliare l’ambiente circostante. "L’acquisizione simultanea di tutti questi segnali e la possibilità di poterli correlare rende il nostro laboratorio unico al mondo ”, osserva Castiello.
E’ l’inizio di un campo di ricerca pieno di promesse e che, secondo Castiello, potrebbe “portare ad esplorare parallelismi con le specie animali per comprendere le origini comuni di tali processi ”, considerando che “noi esseri umani condividiamo con le piante tra il 30% ed il 50% dei geni”. L’obiettivo ultimo è dimostrare che, nonostante i loro destini si siano divisi nel corso dell’evoluzione, piante e animali hanno adottato soluzioni simili per sopravvivere.
Per la direttrice del dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova, Francesca Pazzaglia, questa “visione integrata dei processi cognitivi” potrà aiutare a comprendere se “i meccanismi che permettono alle piante di percepire, agire e comunicare sono influenzati dai cambiamenti climatici in atto”.
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