Arte e tecnologia si incontrano per disegnare nuove forme di futuro: si è aperta così l'Opening conference di Maker Faire Rome, uno dei più importanti eventi di tecnologia e creatività al mondo in programma dal 20 al 22 ottobre negli spazi della Fiera di Roma. Arte e tecnologia sono infatti il cuore pulsante dell'innovazione che animerà i 600 maker protagonisti dei 7 padiglioni dell'undicesima edizione della Maker Faire Rome.
Una conferenza per esplorare il futuro, ma soprattutto come l'innovazione sia in tutte le nostre vite e come ognuno di noi sia a modo suo un innovatore. Temi esplorati a 360 gradi dal come l'Intelligenza Artificiale potrà arrivare a cambiare il sentimento che consideriamo forse più 'umano', l'amore -su cui si sono confrontati tre personalità profondamente diverse come Pif, Brunori Sas e l'informatica Elisa Ricci insieme a Fiorino Iantorino, direttore del Centro Santa Chiara Lab di Siena - fino ai sogni di Mattia Barbarossa, il più giovane imprenditore aerospaziale del mondo, oppure ai robot umanoidi realizzati da Hiroshi Ishiguro, dell'Università di Osaka. Sono stati alcuni dei protagonisti della conferenza di apertura della nuova Maker Faire Roma che dopo due anni torna in formato maxi nei tradizionali spazi della Fiera di Roma dove troveranno posto oltre 600 tra maker e innovatori di ogni tipo distribuiti in 7 padiglioni tematici, dall'Internet delle Cose all'Intelligenza Artificiale passando per gli e-sport e lo spazio.
"Tutti noi siamo innovatori perché tutti hanno in mente qualcosa che ancora non esiste", ha detto Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, aprendo la conferenza. "E siamo convinti - ha aggiunto - che la base dell'innovazione sia il dialogo e il confronto come quello che avviene alle Maker in cui tutti possono dialogare con maker e innovatori". A prendere la scena d'apertura sono però stati due artisti: Giuseppe Morello e Karim Randè, artista circense disabile, protagonisti di una performance che ha messo insieme arte e tecnologia ideata dalla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto con il centro di ricerca Sony Cls. "Siamo fatti di corpo e mente e la nostra essenza è trasmettere emozioni", ha detto Ken Endo, ricercatore del centro di ricerca Sony CSL.
"Ma se per un incidente o altro perdiamo un arto tutto in noi cambia, anche la nostra capacità di espressione. La tecnologia - ha aggiunto - è una chiave per ripristinare le nostre capacità e forse un giorno aumentarle, dandoci possibilità di esplorare percorsi finora impossibili". L'innovazione è ricerca applicata al miglioramento delle nostre vite e quel che sta avvenendo in questi anni nel mondo delle protesi ne è una delle più fulgide espressioni: fino a poco tempo fa le protesi erano oggetti pesanti e poco flessibili, in questi anni sono radicalmente cambiate trasformando in meglio la vita di chi ha disabilità. "In questo caso - ha detto Randè - ci siamo spinti oltre usando per la prima volta nella danza le protesi più innovative usate anche nella corsa di velocità. Dispositivi che mi permetto di fare finora impossibili. E' bello immaginare che in un futuro non troppo remoto possano diventare possibili movimenti e capacità 'alternative', non per forza di miglioramento ma piuttosto strade alternative e mai battute".
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