Trasformazione e Agenda digitale, Presidente Ciambetti “A Bruxelles, il Veneto fa scuola"


(Arv) Venezia 9 ott. 2024 - Nell’ambito della Settimana Europea delle Regioni e delle Città, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha partecipato in mattinata al workshop organizzato dalla Regione Veneto e dal Comitato delle Regioni, con la partnership della Regione Kujawsko-Pomorskie (Polonia), del Nordland Region (Norvegia), della Bretagna (Francia) e del Governo Fiammingo (Belgio), dal titolo "Promuovere la trasformazione digitale: Valorizzare le regioni europee" che ha affrontato diverse tematiche: dalla promozione delle competenze digitali alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, dall’equa distribuzione dei benefici della trasformazione digitale all’ empowerment e consapevolezza dei cittadini.
“Il Veneto già dal 2012 ha colto la rilevanza del digitale, intuendo il ruolo centrale delle amministrazioni regionali e dotandosi di un primo piano strategico con l'obiettivo di guidare la trasformazione digitale del territorio e promuovere l'innovazione tecnologica in tutti i settori. Abbiamo quindi dato vita alla prima Agenda Digitale del Veneto nel 2015, con un’evoluzione che l’ha portata progressivamente a diventare un punto di riferimento per lo sviluppo delle infrastrutture digitali, dei servizi pubblici online e dell'alfabetizzazione tecnologica. Oggi siamo al terzo Piano Strategico, con l’Agenda Digitale del Veneto 2025. L’ente regionale ha un ruolo centrale nelle politiche e nelle iniziative digitali in quanto rappresenta un “livello ottimale” di pianificazione strategica e di interventi di sistema, soprattutto in un contesto composto da 560 comuni di cui oltre 300 con meno di 5000 abitanti. La Regione rappresenta uno “snodo” di raccordo tra le policy europee e quelle nazionali e le reali ed operative esigenze provenienti dalle amministrazioni locali, a cui risponde realizzando e gestendo infrastrutture e piattaforme di servizi digitali che mette a disposizione dei comuni. Siamo di fronte a strumenti divenuti essenziali nella vita di tutti i giorni - penso per esempio alle esperienze positive del portale Sanità a Km zero – e che ci garantiscono l’accesso a servizi vitali, di inclusione sociale, innovazione e crescita economica”, ha spiegato Ciambetti. “Non secondario è stato il metodo di lavoro: Agenda Digitale deriva da un percorso di partecipazione che è avvenuto coinvolgendo tutti i 7 territori provinciali e circa 1000 persone in 8 incontri in presenza. La partecipazione dei cittadini, delle associazioni, dei locali non è facile e va mantenuta nel tempo. Abbiamo istituito alcuni “luoghi” di confronto continuativo con i nostri stakeholder, come la “Consulta per l’innovazione” e il gruppo di “Cittadini amici”. Il Progetto “Innovation Lab e Palestre Digitali del Veneto” infine ha previsto lo stanziamento, tramite bando, di 10 milioni di euro, per offrire supporto alle amministrazioni comunali nella creazione di laboratori di innovazione distribuiti sul territorio per diffondere competenze digitali”, ha proseguito Ciambetti. “Stiamo vivendo una svolta epocale e dobbiamo già colmare un ritardo impressionante rispetto ai nostri competitors, Usa e Cina in primis. Ad oggi l’Unione europea dipende dai paesi stranieri per più dell’80% dei prodotti digitali, dei servizi, delle infrastrutture e della proprietà intellettuale. Le lacune europee in termini di cloud computing sono estremamente pesanti così come i ritardi sull’AI. Quest’ultima cambierà profondamente il nostro modo di vivere e lavorare: sarà uno strumento prezioso se guidata con intelligenza. E’ destinata ad abbattere in maniera significativa l’occupazione nel settore pubblico, quindi anche nelle Regioni, soprattutto nei settori a bassa qualifica professionale, altamente ripetitivi o non più conciliabili con le nuove tecnologie. Dovremo assumere nuovo personale adeguatamente formato in termini professionali, culturali e mentali: bisogna acquisire le nuove professionalità e dobbiamo farlo velocemente. Le Regioni, soggetti pubblici più dinamici rispetto agli stati, e quindi più elastiche e capaci di adeguarsi ai mutamenti, devono svolgere un ruolo trainante in questa fase e devono farsi carico di questa sfida: hanno il dovere di mettersi alla guida della rivoluzione digitale e della IA, avviando in temi rapidissimi una legislazione adeguata ai nuovi strumenti, eliminando leggi obsolete e dannose e investendo in infrastrutture tecnologiche. Il ritardo che abbiamo già accumulato può essere esiziale per la nostra società: l’alternativa è il declino e la perdita della nostra libertà” ha concluso Ciambetti.

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