“Ti conosco, mascherina...”, un romanzo avvincente di amore, segreti e riflessioni

Ci sono momenti in cui basta davvero poco a stravolgere una vita intera : uno sguardo, un incontro, un’illuminazione fortuita possono condurci su un sentiero inaspettato , del quale in nessun modo possiamo prevedere la meta. Il libro “Ti conosco mascherina...” permette di esplorare da vicino il grande e complesso gioco della vita, lasciando che il lettore vesta i panni di Domitilla, una giovane donna di successo che si vedrà franare la terra sotto piedi, per poi doverla ricostruire da capo, una consapevolezza alla volta.

Domitilla, conosciuta da tutti come Tilla , è l’amatissima protagonista dell’ultimo romanzo di Silvia Morghen , pubblicato per il Gruppo Albatros il Filo . La giovane donna si trasferisce per lavoro a Milano , una città piena di incognite e profondamente diversa da Roma , in cui aveva vissuto fino a quel momento. Qui la sua vita prende una svolta quando inizia a lavorare in un ambiente stimolante, dove le vengono affidate responsabilità come se fosse una manager di alto livello. Ma il nuovo equilibrio che Tilla sta lentamente creando viene messo a dura prova dall’arrivo di Rododendro , un collega affascinante che incarna, a tutti gli effetti, il compagno da sempre desiderato per riempire il suo cuore. Tutta la perfetta dedizione, tutte le attenzioni che l’uomo sembra offrirle nascondono qualcosa di oscuro, una verità che non tarderà a emergere.

Si intreccia alla vicenda di Tilla quella di Silvia , autrice e narratrice del romanzo: di fronte a un momento di grave difficoltà personale, si troverà a dover reinventare la routine, gli impegni, l’amore e tanto altro. Il lettore potrà, tra queste pagine, viaggiare tra i luoghi dell’anima più nascosti e segreti della donna, tra sorprese e colpi di scena. Tante sono le analogie tra le due storie – prima tra tutte il trasferimento a Milano – che insieme hanno ispirato Silvia a raccontare e raccontarsi: il risultato è un’opera prismatica e originale , ricca di umanità e osservazioni mai scontate.

Decisamente singolare è la scrittura di Silvia Morghen: a uno stile avvincente e fortemente ritmico accosta infatti l’utilizzo delle emoticon , capaci di trasportare il lettore direttamente dentro la mente di Tilla, a leggere e indagare i suoi pensieri tra le pagine del diario ritrovato da Silvia. Tra momenti di leggerezza e altri di riflessione profonda, il libro alterna dialoghi che sembrano tratti da una chat moderna a passaggi più misteriosi che hanno il sapore di un giallo . Ironico e intenso, il nuovo romanzo di Morghen mette in risalto in maniera mai scontata le qualità migliori di una giovane donna elegante in tutta la sua determinazione, la quale viene ostacolata, tuttavia, da un incontro che cambierà radicalmente la sua vita. Le confidenze a cuore aperto che affida alle sue pagine possono diventare, così, un punto di riferimento per tante ragazze catapultate in una vita adulta tanto affascinante quanto complicata.

Degno di nota è anche il linguaggio modernissimo che l’autrice sceglie di utilizzare, aggiungendo un’ulteriore pennellata di colloquialità e realismo alla parola scritta. Mescolando sapientemente lo slang e il linguaggio social, Morghen sa essere frizzante e ironicamente sfrontata: tra contaminazioni di romanesco e milanese, è facile entrare subito in confidenza con le sue protagoniste. Questo particolare interesse alle mille sfumature del linguaggio emerge anche dal titolo, del quale è l’autrice stessa, tra le sue pagine, a motivare la scelta: « “Ti conosco, mascherina” è l’espressione ‘milanese’ a cui sono più affezionata. Ha quel sapore così particolare che sa già di confidenza ed intimità . Se lo dici ad una persona cara, o a qualcuno che ti piace, si deve per forza accompagnare ad un sorriso malandrino, a due occhi dolci e intensi, e ad un dito della mano che si posa, sul suo viso, magari sul suo naso impettito, come a dire “Io ti conosco, ti vedo… e so chi sei”. E poi ha un suo preciso utilizzo specifico… quando quella persona cara, quel tipo che ti piace, ti ha appena detto una panzana, o una bugia in cui lo hai inevitabilmente “sgamato”… Eh, sì… è un po’ come dire “Truffaldino… lo so che mi hai detto una balla, che ti credi????”. E quella balla deve essere qualcosa di innocente , o comunque non fatto con cattiveria, altrimenti diventa tutta un’altra cosa… »

“Ti conosco, mascherina...” è un libro dalle molteplici letture, che sa coinvolgere il lettore trasportandolo in un mix di emozioni: si ride e si sorride grazie all’ umorismo contagioso di Tilla, si affrontano le situazioni più bizzarre e particolari con leggerezza, ma il più grande pregio della nostra protagonista è sicuramente quello di riuscire a rimanere autentica , qualsiasi cosa avvenga. Eppure, dietro questa “mascherina” sempre allegra e vivace, Tilla conserva un’anima riflessiva a cui pochi possono avere accesso: i pensieri che spesso sono svelati soltanto ai lettori si soffermano sul significato profondo dell’amore, degli affetti, delle dinamiche umane e sul peso delle relazioni, capaci in egual misura di ferire e guarire.

Uno dei cardini principali attorno ai quali ruota la vicenda è la storia d’amore che vedrà Tilla legarsi in maniera sempre più forte a Rododendro, l’uomo affascinante e misterioso che conoscerà a Milano. L’abilità dell’autrice risiede nel riuscire a portare il lettore a percepire sulla propria pelle le stesse emozioni di Tilla : ci preoccupiamo, gioiamo e soffriamo insieme a lei, cercando di decifrare i segnali ambigui del personaggio, nella speranza di capire che cosa le stia accadendo. C’è qualcosa di sbagliato in quest’uomo apparentemente impeccabile, qualcosa che nemmeno Tilla riesce a definire appieno, mentre si lascia travolgere in una montagna russa di emozioni che non aveva mai provato. La giovane protagonista sarà chiamata a esplorare situazioni che forse possono sembrare lontane dal quotidiano dei lettori, ma che in realtà si rivelano più vicine e presenti di quanto si pensi.

La narrazione raggiunge il suo culmine quando si svela il motivo del comportamento ambivalente di quell’uomo bello e dannato. Dopo aver disseminato indizi per tutto il libro, lasciando al lettore la possibilità di dipingere un quadro quanto più chiaro e dettagliato del soggetto, soltanto alla fine l’autrice rivela da cosa è affetto Rododendro: un disturbo narcisistico di personalità . Morghen introduce con abilità e delicatezza i suoi lettori a questo mondo poco conosciuto, spiegando le caratteristiche principali di chi vive in una condizione tanto dannosa per le persone che lo circondano. Lo descrive come una persona egoista, manipolatrice e incapace di provare empatia o di amare veramente: l’unica persona amata dal narcisista è nient’altro che sé stesso .

Attraverso la storia di Tilla e la sua esperienza con il narcisista, l’autrice conduce il lettore a riflettere su uno dei mali del nostro tempo, figlio della società dell’immagine che troppo spesso inquina la genuinità dei rapporti. “Nessun amore, vero e sincero, è stato maltrattato per la realizzazione di questo libro”, ci tiene a premettere Silvia Morghen, prima di cimentarsi nella descrizione del profilo del narcisista e dei suoi comportamenti tipici. L’indagine personale dell’autrice viene dunque romanzata e resa accessibile a tutti i lettori, offrendo loro una panoramica dettagliata e sincera di un tema tanto complesso , di cui il più delle volte si evita di parlare. Questo libro, però, non propone affatto una lettura disillusa della sfera amorosa, al contrario: la proposta di una riflessione tanto acuta, accompagnata da una narrazione frizzante ed esuberante , permette alle lettrici e ai lettori di mettersi in guardia , così da essere in grado di discernere ciò che è amore da ciò che invece non lo è. Imparando a individuare i segnali del narcisismo patologico è possibile, di riflesso, riconoscere anche i segnali di un amore sano , genuino e privo di secondi fini.

 

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