Presentata a palazzo Ferro Fini la rivista 'Il Diritto della Regione'


 È stata presentata oggi, a palazzo Ferro Fini, la rivista ‘Il Diritto della Regione’, alla presenza, tra gli altri, del Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, del Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Valente, del dott. Lorenzo Traina, Segretario della Giunta regionale del Veneto, dell’assessore regionale Francesco Calzavara, del Professore emerito di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Padova, Mario Bertolissi, e del Professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Padova, nonché Direttore scientifico della Rivista, Guido Rivosecchi.
Il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, ha introdotto la presentazione, porgendo i saluti istituzionali e ringraziando innanzitutto “i nostri prestigiosi ospiti, da Mario Bertolissi, professor emerito dell’Università di Padova, a Guido Rivosecchi, ordinario di Diritto Costituzionale dell’ateneo patavino, nonché Lorenzo Traina, Segretario generale della Giunta regionale del Veneto. Un grazie sentito anche a quanti si sono prodigati per il rilancio della rivista ‘Il Diritto della Regione’, dal Segretario generale del Consiglio regionale, Roberto Valente, ad Alessandro Rota e ai loro collaboratori del Consiglio regionale, il cui impegno non è mai venuto meno, nonché un grazie a tutti i docenti universitari e gli atenei che con i loro contributi hanno reso possibile la ripresa delle pubblicazioni”.
“Oggi – ha ricordato il Presidente del Consiglio regionale - è un giorno particolare: il 4 aprile è l’anniversario dell’assassinio di Martin Luther King, premio Nobel per la Pace nel 1964, bandiera della non-violenza, uomo che si era battuto per il riconoscimento dei diritti della comunità afro-americana nella difesa del principio dell’uguaglianza, principio fondamentale del diritto sovranazionale e uno dei pilastri della cultura e identità europea, nonché della Costituzione italiana che, nell’articolo 3, non solo lo enuncia, ma lo sostanzia, ponendolo così in stretto collegamento con l’articolo 5, con il quale ‘La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento’. La combinazione di questi due princìpi è uno dei tratti più originali della Costituzione italiana e di straordinaria attualità, visto il dibattito odierno che rilancia il tema del regionalismo. Non a caso, credo che il sesto punto dell'‘Appello ai liberi e forti’ che dava vita al Partito Popolare Italiano, su cui i nostri parlamentari dovrebbero riflettere, sia tutt’oggi validissimo: ‘Libertà e autonomia degli Enti pubblici locali. Riconoscimento delle funzioni proprie del Comune, della Provincia e della Regione in relazione alla tradizione della vita locale. Riforma della burocrazia, largo decentramento amministrativo, ottenuto anche a mezzo della collaborazione degli organismi industriali, agricoli e commerciali del capitale e del lavoro’. Parole, queste, che non hanno perso la loro forza e vitalità”.
“La Rivista ‘Il Diritto della Regione’ – ricorda ancora Ciambetti - era nata nel 1983 in un contesto storico particolarissimo: con la conclusione del processo per l’assassinio di Aldo Moro, nei fatti si era segnata la sconfitta, non solo militare, ma anche politica e culturale, del terrorismo che aveva insanguinato il decennio precedente, con il Veneto, e le istituzioni democratiche e le Università, in prima fila nella lotta contro l’eversione e la difesa della democrazia. E’ doveroso, e non solo, visto il contesto odierno, ricordare, a questo proposito, la straordinaria figura del professore Livio Paladin, padre dello statuto del Friuli Venezia Giulia, preside nel cuore degli anni di piombo della Facoltà di Giurisprudenza a Padova, dal 1972 al 1977, anno in cui venne nominato Giudice Costituzionale, di cui divenne anche presidente, prima di essere chiamato a guidare il ministero degli Affari regionali nel VI Gabinetto Fanfani. Convinto sostenitore del regionalismo come strumento di libertà nella visione unitaria della Nazione, Paladin fu tra i primi a intravvedere i rischi del centralismo statale e di una possibile involuzione democratica, sottolineando come sistematicamente lo Stato avesse negato alle Regioni una reale potestà fiscale, predeterminando tutte le fattispecie impositive e vanificando l’autonomia tributaria regionale, nonché sminuendo la portata innovatrice che le Regioni avrebbero potuto portare”.
“E ho citato questa grande figura del Diritto italiano, sulla cui cultura e integrità etica e morale nessuno può dubitare, per sottolineare il ruolo che ha il dibattito culturale e il confronto di approfondimento e studio nell’ispirare e guidare i processi innovativi e la necessità dell’adeguamento delle norme ai nuovi tempi – ha spiegato Roberto Ciambetti - Questa rivista era nata proprio con questo scopo in anni in cui, in Italia, si respirava decisamente il bisogno di autonomia e si era capito che il regionalismo avrebbe potuto essere la chiave di volta della modernizzazione del Paese. Oggi come allora, soprattutto se guardiamo alle grandi sfide che abbiamo davanti a noi, a iniziare dall’impatto che avrà l’Intelligenza artificiale nell’elaborazione del Diritto, oltre che nella vita comune di ciascuno di noi. Pensiamo alle sfide dell’economia delle Piattaforme, ai problemi che esse pongono anche solo in materia fiscale, tema strategico per altro per la democrazia”.
“La Rivista ‘Il Diritto della Regione’ – ha concluso il Presidente del Consiglio regionale Ciambetti - è dunque uno spazio di confronto e contributo vieppiù necessario perché viviamo anni difficili, segnati purtroppo da troppa improvvisazione e da troppa incompetenza, utilissima a chi detiene il potere reale, una incompetenza che alimenta la lunga notte della ragione. Contro questo buio abbiamo bisogno della luce della scienza e dell’intelligenza: abbiamo rilanciato la rivista ‘Il Diritto della Regione’ perché essa può diventare un momento forte di ispirazione per gli amministratori locali, per chi vive e lavora nelle Istituzioni democratiche, per quanti hanno a cuore le sorti del rinnovamento democratico del nostro Paese”.
Il Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Valente, ha esternato “il grande piacere e onore di presentare oggi, qui a palazzo Ferro Fini, la Rivista, nata nel 1983, nel corso della terza Legislatura, con la Giunta Bernini, quando sono state varate le prime importanti leggi, che hanno interessato settori strategici, quali le infrastrutture, l’urbanistica e la cultura. La Rivista in realtà è sorta come commentario rispetto all’operato del Comitato regionale di controllo degli atti delle amministrazioni locali. Solo nel 1989 è nata la Rivista come la conosciamo oggi, come creazione della Giunta regionale. Perché, allora, il Consiglio regionale non venne coinvolto, come invece lo è stato in questa rinascita, fortemente voluta dai Presidenti Zaia e Ciambetti, frutto della sinergia tra Giunta e Consiglio. Trovo questa collaborazione istituzionale straordinaria e al passo con i tempi che cambiano: ora possiamo disporre di un Ufficio Legislativo e di un servizio Studi e Ricerche di primissima qualità, di una Biblioteca che è il fiore all’occhiello della nostra Regione. Credo che proprio la collaborazione con i colleghi della Giunta regionale possa essere preziosissima, oltre che sacrosanta. È giusto che due organi che fanno parte di un unico Ente lavorino assieme per crescere”.
L’assessore regionale Francesco Calzavara ha portato “i saluti del Presidente della Regione Luca Zaia. Rivedere oggi questa pubblicazione accompagna, con contributi importanti, il percorso verso l’autonomia. Credo che uno strumento come questo, anche di confronto, sia molto importante e necessario: speriamo che i pensieri forti racchiusi nella Rivista possano essere forieri di uno scambio di idee e di intelligenze, in attesa di quell’autonomia, fortemente voluta dai veneti, rispetto alla quale dovremmo essere all’altezza delle nuove sfide che essa comporterà”.

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