Illustrata nella sede del Consiglio regionale del Veneto la 13a Giornata Dimore Storiche Italiane

(Arv) Venezia 3 mag. 2023   - Domenica 21 maggio torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, giunta quest’anno alla 13a edizione e presentata oggi a Venezia, a palazzo Ferro Fini, nella sede del Consiglio regionale del Veneto. L’evento, al quale hanno partecipato Giulio Gidoni, Presidente di Adsi - Associazione Dimore Storiche Italiane, sezione Veneto, Giovanni da Schio del Direttivo Nazionale Adsi, Giovanni Battista Protti, Consigliere di Adsi Veneto - progetto pilota Adsi con le scuole, e Aldo Rozzi Marin, Amministratore Unico di Veneto Edifici Monumentali, è stato promosso dal Presidente della Prima commissione permanente dell’Assemblea legislativa veneta  Luciano Sandonà  (Lega-LV).

“L’Adsi - ha ricordato il Presidente Gidoni - riunisce da oltre 46 anni i proprietari di beni di rilevante interesse storico e artistico diffusi su tutto il territorio nazionale. Gli immobili vincolati sono circa 37mila in Italia; in Veneto sono oltre 6mila. Ed è fondamentale che lo sforzo gigantesco sostenuto dai privati - proprietari di quasi metà di questi beni - nel difendere, preservare e valorizzare questo patrimonio, possa essere ricompensato dalle ricadute economiche che tali beni possono offrire. Il rapporto tra investimenti in beni storici e territorio si colloca in un rapporto che va da 1 a 3 a 1 a 8: significa che un investimento di un 1 milione ne rende in media circa 6 sul territorio, tenuto conto dell’indotto, secondo uno studio condotto dalla Luiss. Questi beni sono collocati in comuni al di sotto di 20mila abitanti: ciò accade nel 54% dei casi, e spesso si tratta di aree con meno di 5mila abitanti: ciò significa che le Dimore storiche costituiscono il maggior fattore di attrazione dei borghi e definiscono il loro paesaggio di cui sono parte imprescindibile. Dal punto di vista dell’importanza turistica, se da un lato il sistema dei musei statali coinvolge circa 49 milioni di visitatori, dall’altro quello del sistema degli immobili attrae 45 milioni di turisti, a testimonianza della sostanziale equivalenza tra i due sistemi: questo aspetto spinge a definire il patrimonio delle Dimore un ‘museo diffuso’, in parte sempre aperto, ma non in tutti i casi. Con le giornate delle dimore storiche è possibile aprire anche gli immobili non sempre visitabili”.

“L’insieme delle Dimore storiche italiane - ha sottolineato Da Schio - costituisce non solo un patrimonio storico e di bellezza, ma anche una fonte di lavoro: alle spalle delle Dimore ci sono filiere di lavoratori, come quella dei restauratori in tutti i campi, oppure le filiere legate al comparto del turismo, del florovivaismo, dei creatori di eventi. Le ville venete nacquero per scopi di lavoro e intraprendenza. Noi dobbiamo conservare e custodire le Dimore affinché diventino nuova e ulteriore fonte di lavoro e intraprendenza. Si tratta di un patrimonio culturale non esportabile, che va tramandato alle future generazioni”.

“Gustav Mahler affermò - ha rammentato Protti - che ‘La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri’. In quest’ottica l’associazione ha dedicato particolare attenzione al rapporto con le scuole: gli studenti di alcuni istituti superiori, in particolare licei, tra Belluno e Padova, saranno le guide delle Dimore. Il coinvolgimento delle scuole è funzionale proprio al dovere di tramandare, perché i proprietari delle dimore non sono solo, per l’appunto, i proprietari, ma i custodi di questo patrimonio, per chi verrà dopo”.

“In qualità di amministratore unico di Veneto Edifici Monumentali, società che prima veniva denominata ‘Immobiliare Marco Polo’ e che gestisce beni come Villa Contarini a Piazzola sul Brenta e il complesso monumentale della Rocca di Monselice – ha evidenziato Rozzi Marin - voglio ringraziare ancora una volta Adsi per l’iniziativa e per lo sforzo grazie al quale tengono vivi questi beni perché lLe ville private e pubbliche sono espressione di una civiltà e di un popolo, e ciò vero in particolare in una realtà come quella del Veneto”.

Il Presidente Sandonà ha concluso la presentazione dell’evento del 21 maggio ricordando che “Il turismo slow in Veneto cresce a un ritmo che supera il 10% annuo, l’unico a presentare una percentuale a due cifre: si tratta di turismo sul quale dobbiamo insistere e investire e il Veneto con le sue ville e con le sue dimore storiche rappresenta un traino fondamentale per questo comparto che trova consenso e interesse a livello nazionale e internazionale. Si tratta di turisti che possono trovare proprio nella nostra regione beni che non presentano analogie in alcun luogo al mondo, tanto numerosi, antichi e diversi sono i beni d’interesse storico e artistico che danno una particolare qualità al nostro paesaggio. I proprietari delle Dimore sono in questo senso degli autentici eroi proprio perché riescono a tenere in vita un patrimonio ingente e prezioso che ai rappresentanti delle istituzioni una riflessione ulteriore, e il 21 maggio è importante proprio in quanto può essere occasione per approfondire il ruolo dei nostri beni monumentali e delle nostre Dimore nella nostra economia, in particolare quella turistica”.

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