Ansa Press Release
Mercoledì 28 Giugno 2023
‘Disarmati - Paesi senza esercito e altre strategie di pace’ di Riccardo Bottazzo
(Arv) Venezia 28 giu. 2023 - È stato presentato questa mattina a Venezia, nella sala stampa Oriana Fallaci di palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il libro di Riccardo Bottazzo “Disarmati - Paesi senza esercito e altre strategie di pace” edito da Altraeconomia. Il volume è diviso in due parti; la prima è dedicata alle esperienze e alle riflessioni dell’autore sugli Stati che non hanno, per scelta o per necessità, eserciti; la seconda, raccoglie una serie di interviste e di testimonianze di rappresentanti della galassia pacifista su temi di stretta attualità e sui rapporti tra eventi bellici, spese militari, effetti sul clima dei conflitti e le scelte legate alla libertà individuale in rapporto alle guerre e agli strumenti di guerra: tra gli intervistati, Daniele Lugli e Gianfranco Bettin.
La Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda , promotrice dell’evento, ha ricordato a margine della presentazione del volume, che “L’Assemblea legislativa veneta ha approvato la Legge regionale n. 21 del 21 giugno 2018 dedicata agli interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile”, una Legge in forza della quale ‘la Regione del Veneto riconosce la pace e lo sviluppo quali diritti fondamentali della persona e dei popoli ed opera all’interno del territorio regionale per garantire e rendere effettivi i diritti umani, le libertà fondamentali dell’uomo, la cultura di pace e la cooperazione allo sviluppo, in coerenza con i principi della Costituzione italiana, del diritto europeo e di quello internazionale’. “Il Consiglio - ha puntualizzato la Consigliera - ha quindi una legge che promuove la pace e avrà altri atti da votare: in particolare una nostra mozione, presentata da Europa Verde, per difendere le persone, e in particolare i giovani, che hanno scelto di disertare nel quadro del conflitto russo-ucraino diventando obiettori di coscienza; questo atto è volto a difendere le centinaia di migliaia di ragazzi che stanno alzando la testa perché desiderano difendere il rapporto di pace e il rispetto della vita dei propri fratelli, e il Veneto potrebbe essere la prima Regione a prendere posizione in questa direzione”.
“Il volume - ha ricordato l’autore, Riccardo Bottazzo - nasce a seguito di un viaggio in Costa Rica nel corso del quale sono stati effettuati alcuni monitoraggi sui cambiamenti climatici: la costituzione del Costa Rica, verso la fine degli anni ’40, dopo una guerra civile, ha abolito l’esercito e ho osservato come il sentimento di pace sia diffuso tra tutti gli strati della popolazione, orgogliosa di essere appunto uno stato senza esercito, disarmato. Ma non si tratta dell’unico Stato in questa condizione: altri 24 Paesi non hanno l’esercito, per scelta oppure perché il disarmo è stato imposto dall’esterno, ma ci sono anche casi particolari come quello del Giappone che ha abolito l’esercito e che nella propria Costituzione fa riferimento al ripudio della guerra con termini simili a quelli contenuti nella Costituzione italiana, e tuttavia il Giappone ha uno degli eserciti più potenti al mondo che però viene inteso come forza di pace: ciò viene tradotto con la rinuncia alle armi a lunga gittata, ma nel nuovo scenario geopolitico il Giappone si sta riarmando, suscitando vivaci proteste da parte del movimento pacifista giapponese che combatte questo ulteriore sfregio alla carta fondamentale del Paese. Ma vi sono altri casi come quello del Liechtenstein, che all’esercito ha rinunciato fin dalla guerra franco-prussiana della seconda metà dell’Ottocento, oppure dei piccoli stati-isola dell’Oceania. Tutte queste realtà in sostanza non spendono per fondi per un esercito e stanziano quelle risorse in servizi come la tutela ambientale, l’istruzione o la salute”.
“Il libro di Bottazzo richiama inevitabilmente il principio contenuto nell’articolo 11 della Costituzione - ha ricordato Mao Valpiana , Presidente nazionale del Movimento Nonviolento ed ex Consigliere regionale tra gli anni ’80 e ‘90 - che inizia sottolineando che ‘L'Italia ripudia la guerra’, e ripudiare la guerra significa anche ripudiare gli strumenti che consentono di fare la guerra, favorendo così di fatto il concetto di difesa armata civile non violenta, prospettiva coerente con il dettato di un altro articolo della Carta costituzionale italiana, il 52, che inizia affermando ‘La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino’: la difesa quindi non è di per sé militare, non è necessariamente affidata all’esercito, ma ai cittadini. Abolire l’esercito in Italia non è un’utopia: ne faceva già cenno Carlo Cassola, le risorse impiegate per l’esercito potrebbero essere utilizzate per liberarci dai veri nemici di oggi, il cambiamento climatico, la cultura maschilista, la disoccupazione giovanile. Noi, peraltro, non riteniamo che l’aggressore debba avere campo libero: la difesa, anzi, è un principio che appartiene alla non-violenza, la difesa può essere legittima e doverosa; non viviamo nell’iperspazio, nella società civile quando vediamo uno scippo chiamiamo la polizia perché riconosciamo allo stato la legittimità dell’uso della forza; alla stessa stregua, di fronte all’invasione di uno stato rispetto a un altro, dovrebbe intervenire una forza di Polizia Internazionale di cui però l’Onu, pur avendola prevista, è sprovvista. Una difesa civile non armata e non violenta dovrebbe avere uno strumento come i Corpi civili di pace dell’Onu, così come li aveva pensati Alex Langer. Nel quadro attuale, l’obiezione di coscienza dei russi, dei bielorussi e degli ucraini rappresenta un tema di grande attualità: 400mila giovani russi sono fuggiti in Georgia per non muovere guerra contro il popolo fratello dell’Ucraina; dai Consigli regionali potrebbe partire la proposta al governo nazionale affinché l’Italia apra le porte e dia asilo politico a questi obiettori di coscienza, come accadde nel ’92, quando il governo Amato si comportò in maniera analoga con gli obiettori e i disertori dell’ex Jugoslavia”.
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