CRV - Regione Veneto premia tesi di laurea su antisemitismo e Shoà

(Arv) Venezia, 13 lug. 2022  - “Il Veneto è la regione che ha registrato il maggior numero di ebrei stranieri internati. Far conoscere le loro storie di partecipazione attiva alla vita sociale, culturale, economica, politica e anche militare del paese, e l’orrore della discriminazione, dell’internamento e dell’annientamento, è una scelta di civiltà, un processo doveroso di ricostruzione della memoria e della verità”. Così la presidente della commissione Cultura del Consiglio veneto  Francesca Scatto  e il capogruppo dell’intergruppo Lega-Liga veneta  Alberto Villanova  hanno salutato la premiazione pubblica della tesi di laurea di Antonio Spinelli “Vite sospese. Gli ebrei stranieri in provincia di Padova (1933-1945), discussa all’ateneo di Padova nel 2020 e ora pubblicata dalla casa editrice Il Poligrafo.

Lo studio del professor Spinelli riguarda i 1400 ebrei stranieri presenti in Veneto nel primo ventennio del Novecento, ai quali il regime fascista riservò un trattamento diverso rispetto a quanto accadde agli ebrei italiani: mentre gli ebrei italiani subirono le nefaste leggi razziali ma, se non in pochi casi, non furono condotti nei campi di concentramento, gli stranieri venivano quasi tutti internati e da lì deportati nei campi di concentramento. Un destino che a Padova ha annientato docenti e studenti universitari, politici e amministratori, intere famiglie della borghesia intellettuale, imprenditoriale e professionale del Veneto.

La consegna del premio regionale, per mano dell’assessore alla cultura  Cristiano Corazzari , è avvenuta nell’emblematica cornice del Museo della Padova Ebraica, l’ex sinagoga di rito tedesco di Padova bruciata dai fascisti del 1943, restaurata alla fine degli anni Novanta e diventata ora lo scrigno della cultura, delle tradizioni e della memoria della presenza ebraica a Padova e nel suo territorio. La premiazione del documentato lavoro storico di Spinelli rappresenta il primo evento pubblico, nel territorio veneto, in attuazione della legge regionale 5/2020 dedicata alle ‘iniziative per il Giorno della memoria’ e a favorire “la consapevolezza della shoà e il contrasto all’antisemitismo con la promozione della conoscenza della cultura ebraica”. Alla cerimonia hanno partecipato il presidente della Comunità ebraica di Padova  Gianni ParenzoGina Cavalieri , presidente della Fondazione per il Museo della Padova Ebraica,  Davide Romanin Jacur , dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei),  Giorgio Romanin Jacur , vicepresidente della Fondazione per il Museo della Padova ebraica. Il Consiglio regionale è stato rappresentato anche dalla consigliera  Elisa Cavinato  (Lega-Lv).

Della legge Villanova e Scatto sono stati rispettivamente il primo firmatario e la fautrice del suo ulteriore potenziamento per raggio di azione e disponibilità economiche: “La prima legge di valorizzazione della memoria della Shoà in una regione italiana – sottolineano – sta producendo frutti significativi, a partire dalle scuole. Non si limita a promuovere la riflessione su una data e un evento storico, ma è diventata un impegno collettivo per approfondire la storia e la cultura ebraica, nelle sue multiformi espressioni, nelle sue tante storie individuali e collettive, e nel suo profondo legame con la terra veneta. Siamo convinti che la conoscenza sia il primo vaccino nei confronti dell’antisemitismo, delle discriminazioni e dei rigurgiti del pensiero negazionista. Conoscere la storia è il modo migliore perché le sue tragedie non abbiano a ripetersi. Pubblicazioni come quella di Antonio Spinelli sollevano il velo su storie dimenticate o poco note facendole diventare un monito per le coscienze contemporanee. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’, ci ha insegnato Primo Levi. È una esortazione a leggere a cuore aperto ciò che ci ha insegnato il passato e a non banalizzare o sottovalutare segnali di odio e di esclusione. La riscoperta del contributo e della ricchezza della cultura ebraica alla storia e alla vita delle nostre comunità è la miglior risposta all’oblio a cui leggi razziali e macchina dello sterminio volevano condannare la presenza e la tradizione ebraica”.

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