(Arv) Venezia 3 mar. 2023 - Si è svolta oggi, nella sala stampa Oriana Fallaci di palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, la conferenza stampa dedicata al tema della desertificazione degli sportelli bancari e alle conseguenze di questo fenomeno sulle comunità locali e sui lavoratori, nel quadro della campagna della Uilca ‘Chiusura filiali? No, grazie!’, aperta dai saluti istituzionali del Presidente dell’Assemblea legislativa veneta Roberto Ciambetti e dell’Assessore regionale Elena Donazzan.
“Il Veneto - ha affermato il Presidente Ciambetti - è una Regione dove il fenomeno della desertificazione degli sportelli bancari è stato meno visibile rispetto ad altre realtà grazie alla diffusione delle Banche di Credito cooperativo e delle Casse Rurali: nella nostra Regione l’84% dei Comuni, ovvero 473 su 563, sono ancora serviti almeno da uno sportello. Tuttavia non siamo immuni dal pericolo posto in luce dall’iniziativa della Uilca e il problema potrebbe esplodere in specialmodo nelle aree periferiche o marginali a iniziare dai piccoli Comuni di Montagna. Il fenomeno della desertificazione bancaria affianca e conferma un trend negativo che registriamo in tutte le piccole attività commerciali, un mutamento che investe drammaticamente non solo i centri minori allontanando sempre più il raggiungimento dell’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che anche il nostro Paese ha sottoscritto, ‘Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili’”.
“Con le banche - ha sottolineato il Presidente - il problema è particolarmente complesso perché non tutti e non parlo solo degli anziani sanno gestirsi con l’e-banking e con i problemi di sicurezza che esso pone. C’è, poi, un’altra grande preoccupazione: alla rarefazione degli sportelli si contrappone l’aumento dell’uso delle tecnologie nella gestione dei rapporti tra banca e clientela: in parole semplici, a stabilire l’affidabilità di un cliente sono sempre più algoritmi raffinati. Mi chiedo, e vi chiedo, possiamo permettere che a stabilire il successo economico di una iniziativa imprenditoriale, ma anche di un progetto sociale, lo sviluppo di intere aree dipenda da algoritmi? Questi modelli di sviluppo, in apparenza così asettici, scientifici, rigorosi, sono pericolosissimi e aprono un dibattito sul quale la democrazia deve riflettere seriamente. Anche la banca non fugge a questa dimensione e lo sappiamo bene noi in Veneto, la terra dei Fedele Lampertico, di Luigi Luzzatti, di Giuseppe Toniolo, cioè di chi fin dalla metà del 1800 si battè per la cooperazione in campo creditizio ponendo i presupposti a favore di una legislazione sociale sapendo bene che il progresso economico nasceva anche da un forte sistema bancario mutualistico capace di essere vicino ai cittadini soprattutto ai più deboli: per molti aspetti furono i precursori di quel microcredito che oggi sta dando straordinari risultati nelle aree più povere del mondo. Sono stato tra i firmatari di una risoluzione poche settimane or sono a sostegno di queste banche: 15 le BCC che hanno la sede in Veneto con 616 sportelli, presenti in 383 Comuni, in 85 dei quali unica presenza bancaria, con impieghi lordi a pari a circa 19.7 miliardi di euro, mentre la raccolta da clientela complessiva è pari a circa 26,7 miliardi di euro su base regionale; le BCC venete hanno perseguito il mantenimento di una capillare presenza territoriale che è stato uno degli elementi che ha permesso loro di finanziare il territorio e sostenere l'economia locale anche nelle fasi di congiuntura avversa, confermando la propria distintiva funzione anticiclica; le BCC conservano per la normativa italiana una serie di caratterizzazioni, tra le quali: l'obbligo di finalità mutualistiche, l'obbligo di erogare credito prevalentemente ai soci, l'erogazione di almeno il 95 per cento del totale dei crediti alle imprese e alle famiglie che operano e vivono nel territorio di competenza nel quale raccolgono il risparmio, l'obbligo di destinare a riserve indivisibili tra i soci di almeno il 70 per cento degli utili, l'assoggettamento ad una duplice vigilanza: quella prudenziale e quella mutualistica. Nella risoluzione che abbiamo proposto diciamo che il combinato disposto di regole e linee guida europee in materia di credito deteriorato e il quadro di regole e approcci di vigilanza europei sui Gruppi bancari cooperativi costituisce un rischio reale di svantaggio competitivo del sistema Italia e di indebolimento del potenziale di ripresa e resilienza del nostro Paese; ecco perché chiediamo alle autorità italiane di cogliere l'occasione della revisione in atto del quadro normativo europeo per il recepimento nell'Unione Bancaria degli Accordi finali di Basilea plus per evidenziare l'opportunità di rivedere, a favore del sistema del credito cooperativo italiano, il quadro regolamentare bancario europeo, in particolare quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 468/2014 della Banca Centrale Europea, allo scopo di prendere in considerazione, successivamente, la possibilità di riconoscere forme di proporzionalità che sostengano adeguatamente quella natura mutualistica di cui all'articolo 45 della Costituzione italiana, oltre che le peculiarità che qualificano le BCC quali banche cooperative di comunità. L’alternativa è lasciare in mano agli algoritmi quantistici l’erogazione del credito e, di conseguenza, la qualità della vita, il benessere e il successo di interi territori.
“Credo che la riflessione posta all’attenzione di noi tutti dall’iniziativa della Uilca - ha concluso Ciambetti - sia strategica per tutte le città, per tutti i territori, per i nostri cittadini, perla nostra economia e per il modello di vita che il Veneto ha saputo esprimere al meglio all’insegna di valori quali la solidarietà, il mutualismo, il lavoro. Il mondo sta cambiando, molti lavori scompariranno i più verranno sostituiti da nuovi oggi a noi totalmente sconosciuti. Il futuro dice l’Onu prevede città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base e tra questi servizi anche quelli del credito e della finanza”.
“Il Veneto - ha ricordato l’Assessore Donazzan - è stata tra le Regioni si è dotato di una Legge rivolta all’educazione finanziaria, e proviamo a pensare quanto i temi finanziari impattino nella vita di ciascuno e quanto poco sono in realtà conosciuti, salvo poi trovarci di fronte a momenti di gravità per la nostra vita e per la vita delle nostre comunità. È necessario quindi partire dai giovani, e il Veneto, in questo senso, con l’Assessorato all’istruzione, ha svolto un’azione capillare di informazione finalizzata alla alfabetizzazione sul tema dell’educazione finanziaria”.
“Ringraziamo il Consiglio regionale perché crediamo che le istituzioni locali e nazionali debbano occuparsi del tema: questa campagna servirà a trovare in questo senso, assieme, una soluzione. Abbiamo avviato questa campagna perché i dati certificano una situazione veramente difficile - ha evidenziato Fulvio Furlan, segretario generale Uilca - ovvero una contrazione dal 2015 al 2021 del 14% dei comuni che hanno sportelli in meno: in Veneto si parla del 10% in meno, il che significa la cancellazione di 1000 sportelli. Questo è un problema che impatta negativamente sui territori, ma anche sui lavoratori, un problema da affrontare con le aziende affinché recuperino il proprio ruolo sociale, anche perché dove non ci sono sportelli bancari c’è il rischio che l’intermediazione del credito sia svolta da soggetti non regolamentati, a rischio illegalità e usura. Essendo quindi un problema sociale, chiediamo da tempo che se ne occupino anche le istituzioni
“In Veneto - ha ricordato Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto - sono troppe le filiali che stanno chiudendo; molti paesi rimangono senza un punto di riferimento e questo fenomeno rappresenta una grande complicazione, in primo luogo per l’invecchiamento della popolazione, e in seconda battuta perché il Veneto ha un tessuto produttivo molto sviluppato; infine, a causa della mancanza di uno sportello bancario di riferimento sul territorio, si rischia di dare uno spazio alla criminalità. Credo che le banche, che stanno guadagnando molto in questo momento, debbano restituire qualcosa a questo territorio già colpito dal doppio crac di alcuni anni fa. Chiediamo alle banche di riprendere in mano la questione e di offrire nuovamente un servizio alle persone”.
“Se dal 2015 al 2021 - ha sottolineato Elisa Carletto, segretaria generale regionale Uilca Veneto - il Veneto ha perso oltre mille sportelli, ciò si è tradotto nella perdita di oltre 5mila posti di lavoro: questo fenomeno quindi ha un impatto a livello sociale, ma anche lavorativo, in un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo davvero importante, e dovrebbe far riflettere il fatto che a fronte di una crescita economica del nostro territorio, vi sia carenza di sportelli, un problema che va affrontato e risolto insieme”.
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