(Arv) Venezia 16 feb. 2024 - Sono stati presentati oggi, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, gli eventi commemorativi della Giornata Nazionale Brasiliana dell’Emigrazione Italiana, che si celebrerà il prossimo 21 febbraio a Roma, presso l’Ambasciata del Brasile in Italia.
Il Presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti , ha portato i saluti istituzionali sottolineando “l’importanza della celebrazione, fissata dalla Repubblica Federale del Brasile nella data del 21 febbraio, per ricordare l’inizio della Grande Migrazione che, nel volgere di pochi anni, vide milioni di italiani protagonisti dello sviluppo dello Stato brasiliano: tra gli emigranti, il ruolo dei Veneti fu impressionante. Oggi, non a caso, in Brasile risiede la più grande collettività di italo brasiliani al mondo, stimata in circa 32 milioni di persone, cui si aggiungono circa 730.000 cittadini con passaporto italiano. Le concentrazioni più importanti di italiofoni, in maggioranza di lingua veneta, si individuano negli stati del Rio Grande do Sul, Santa Caterina, Paranà, Espirito Santo e a San Paolo. A tutt’oggi, le comunità venete più numerose sono insediate prevalentemente negli Stati brasiliani di Rio Grande do Sul e Santa Caterina, a Curitiba, capitale del Paranà, oltre che nei Comuni di Santa Teresa e Venda Nova do Migrante nell’Espirito Santo, ove si parla diffusamente il ‘Talian’, cioè il veneto-brasilero, che nel 2009 è stato dichiarato parte del patrimonio linguistico negli Stati del Rio Grande do Sul e di Santa Catarina, nonché lingua co-ufficiale, insieme al portoghese, nel comune riograndense di Serafina Corrêa, la cui popolazione è al 90% di origine italiana. Nel 2014, il ‘Talian’ è stato dichiarato parte del patrimonio culturale del Brasile e secondo la stima divulgata in quella occasione, il veneto brasiliano sarebbe parlato da circa 500.000 persone in 133 città. Nei fatti, tra il ‘Talian’ è ufficialmente la seconda lingua più parlata in Brasile”.
“Ma questi numeri poco dicono della Grande Emigrazione e della vita difficile e complessa delle nostre comunità – ha precisato il Presidente del Consiglio - La stessa data scelta per celebrare il contributo dato dagli emigranti narra di una vicenda, l’arrivo dei primi 386 coloni da Trentino e Veneto organizzati da Pietro Tabacchi, che ha risvolti amari”.
“La giornata – ha ricordato Ciambetti - è stata istituita con la Legge n. 11.687 del 2 giugno 2008, firmata dall’allora Vicepresidente della Repubblica José de Alencar. Si celebra ogni anno il 21 febbraio in ricordo del viaggio, tra gennaio e febbraio del 1874, della nave ‘La Sofia’, armata da Pietro Tabacchi per trasportare da Genova 386, tra veneti e trentini, nello Stato di Espírito Santo, evento che simboleggia l’inizio del processo di migrazione di massa degli italiani in Brasile, pur preceduti da arrivi più limitati in diversi altri Stati del Paese. Quel primo grande viaggio si concluse amaramente per il suo organizzatore: proprio a pochi chilometri dalla fazenda di Pietro Tabacchi, c’era la colonia di S. Leopoldina dove nacquero le disgrazie dell’imprenditore trentino. I suoi coloni, dapprima si ribellarono, poi qualcuno chiese la protezione del governo, altri se ne andarono alla chetichella. Dopo alcuni mesi di disavventure continue, Pietro Tabacchi morì di crepacuore. Tuttavia, la strada dei coloni veneti era stata aperta. La grande migrazione veneta viene così fatta risalire al 1875, pochi anni dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, con la nostra terra colpita da una crisi economica devastante mentre gli agenti brasiliani propagandavano le grandi opportunità della colonizzazione degli Stati del Brasile meridionale, e della Sierra del Rio Grande, spingendo così gli abitanti di intere cittadine del Veneto a cercare miglior vita al di là dell’Oceano. In quasi 150 anni, non si sono mai spezzati i legami tra i coloni che giunsero dapprima nelle due colonie del Rio Grande do Sul di Conde dÉu e Dona Isabel, oggi Garibaldi e Bento Gonçalves, create dalle autorità brasiliane, a cui si aggiunsero poi la colonia di Nova Palmira, attualmente Caxias do Sul e, nel 1877, la quarta colonia battezzata Silveira Martins, creata vicino a Santa Maria”.
“Non possiamo dimenticare le fatiche, i sacrifici, i dolori sopportati dai nostri emigranti che, come recita una bella canzone dell’emigrazione veneta, hanno realizzato Paesi e Città e fatto degli Stati del Sud il vero motore dell’economia brasiliana, né più, né meno, di quanto il Veneto non sia per l’Italia – ha concluso Roberto Ciambetti - Infatti, che ci si trovi nel Rio Grande do Sul, in Paranà, a Curitiba, soprattutto nel quartiere di Santa Felicita, nello Stato di Santa Caterina, ma anche a San Paolo, è difficile non ritrovare modelli e stili di vita tipicamente veneti. Durante la parentesi del fascismo, purtroppo, le nostre comunità furono costrette a non parlare la loro lingua e a mutare persino i nomi delle città che avevano fondato: Nova Vicenza, ad esempio, ancora oggi si chiama Farroupilha, anche se ciò può riempirci d’orgoglio visto che questo nome brasiliano ci parla della guerra per l'indipendenza del Rio Grande passata alla storia con il nome di guerra dei Farrapos, o rivoluzione farroupilha, la rivolta degli straccioni. Proprio nel periodo della Seconda Guerra Mondiale le vessazioni contro le comunità italiane in Brasile furono notevoli, pur tuttavia le nostre comunità seppero resistere anche a questa sfida ed è importante ricordare che al termine della Guerra, il governo brasiliano volle erigere a Caxias do Sul il monumento nazionale per l'Immigrato, che si trova all'ingresso della città. Nel 1950 venne posata la prima pietra, per volere del presidente Eurico Gaspar Dutra, per onorare gli immigrati italiani in Brasile. Nel 2008, poi, l’istituzione della Giornata che celebra l’inizio della Grande Migrazione, che viene onorata in maniera importante dal governo brasiliano e dall’Ambasciata brasiliana a Roma, e oggi l’ambasciatore Renato Mosca de Souza rinnova questa tradizione cha ha un fortissimo valore culturale ma anche economico, visti gli importanti rapporti tra l’Italia e il Brasile. E sono veramente tante le storie dei veneti-brasiliani, storie anche di grandi successi, come quella della Tramontina, una delle più importanti società fondata nel 1911 da Enrico e Valentin Tramontina, emigranti veneti, oggi azienda leader mondiale con oltre 10 mila dipendenti, dieci stabilimenti distribuiti nel vasto territorio del Brasile, dove si producono ben 17 mila differenti articoli e, nella sola sede principale di Carlos Barbosa, la bellezza di un milione e 700 mila pezzi al giorno e con distribuzione e vendita in 120 Stati. Di storie così ce ne sono molte, ma noi siamo chiamati a ricordare il valore dei nostri Emigranti e come essi seppero, pur tra mille difficoltà, essere alla base dello sviluppo del benessere in queste terre lontane, dalle quali non ci divide un oceano ma ci unisce un mare d’affetto. Del resto, i Veneti si sono sempre fatti apprezzare in tutto il Mondo per la loro grande cultura del lavoro e il forte senso della famiglia che li caratterizza. Ringrazio in particolare l’ambasciatore brasiliano a Roma e l’intero Stato del Brasile per la grande sensibilità che stanno dimostrando in ordine alle celebrazioni per i 150 anni dall’inizio dell’emigrazione italiana in Brasile”.
Renato Mosca de Souza , ambasciatore del Brasile in Italia, ha ricordato che “la serata del 21 febbraio, presso la nostra ambasciata a Roma, aprirà le celebrazioni per il 150° anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile. È la prima volta che organizziamo questo momento conviviale, vista l’importanza della ricorrenza. Favoriremo così il consolidamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Brasile, che sono già ottimali. Ci lega assieme, infatti, da sempre, un importante legame storico, culturale ed economico. Ci unisce un legame di sangue indissolubile. Ringrazio quindi la Regione del Veneto per il sostegno, il patrocinio e l’ospitalità”.
Jesusleny Gomes , imprenditrice, dopo aver confidato di avere “il cuore egualmente diviso a metà, tra Brasile e Italia”, ha spiegato che alla “serata celebrativa del 150° anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile, che si terrà il prossimo 21 febbraio, presso l’Ambasciata brasiliana a Roma, saranno presenti i rappresentanti delle diverse Confraternite enogastronomiche venete, che proporranno le numerose eccellenze enologiche e gastronomiche della Regione. In particolare, saranno protagonisti assoluti i prodotti gastronomici e i vini provenienti da tutto il territorio veneto, rappresentati dalle Confraternite e dai loro produttori. Inizieremo con l’aperitivo, e quindi con il Prosecco Valdobbiadene DOCG, che è il re dei vini in Veneto, ma proporremo anche il Durello, il Chiaretto del Lago di Garda. Passeremo poi ai primi piatti, che saranno accompagnati dal Soave e dal Valpolicella, per chiudere con il Recioto. D’altra parte, i veneti hanno portato in Brasile l’arte di fare il vino. Noi brasiliani siamo molto bravi, ma in campo enologico abbiamo sicuramente ancora tanto da imparare dal Veneto. L’obiettivo della serata è ampliare ancora di più il rapporto, culturale, sociale ed economico, tra Italia e Brasile. Le Confraternite tramandano con molta passione e sapienza le tradizioni venete legate al cibo e al vino. Sarà quindi un grande momento conviviale, caratterizzato dalla significativa presenza di Veneti”.
In rappresentanza delle diverse Confraternite, è intervenuto Pietro Leopoldo Ramponi : “Per l’occasione, abbiamo riunito le varie Confraternite, come è del resto nel loro spirito, visto che viaggiano assieme e poi, ovviamente, ciascuna presenta il proprio prodotto. In particolare, porteremo alla serata celebrativa i vini del territorio, anche perché i Veneti sono stati tra i primi ad arrivare in Brasile e questo ci fa molto onore. Quindi, saremo presentì con il Soave, il Durello, il Valpolicella, il Cartizze, che non può mancare, il Recioto, e con i nostri piatti tradizionali storici del periodo, che i brasiliani peraltro amano moltissimo: dal Broccoletto di Custoza ai nostri quattro Radicchi rossi”.
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