108° anniversario morte Nazario Sauro


(Arv) Venezia 9 ago. 2024 -         “Sabato 10 agosto si celebra a Trieste, su iniziativa dell’associazione degli esuli istriani, il 108esimo anniversario del martirio di Nazario Sauro, avvenuto il 10 agosto 1916, con una commemorazione che sarebbe sbagliato strumentalizzare, come è accaduto in passato, confondendola con un anacronistico sciovinismo espressione dalla retorica di impronta fascista. Come aveva già notato Giovanni Spadolini nel dicembre del 1982 in occasione del centenario della morte di Guglielmo Oberdan ‘La Tragedia di Trieste nell’immediato periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale si riflette nella tragedia di Oberdan (...). La grande difficoltà nel parlare di 'Patria' finì nell’allontanare l’eroe dall’ammirazione dei giovani, dalla riflessione degli storici, dalla ‘pietas’ delle generazioni successive’. Lo stesso accade anche a figure come Nazario Sauro”. Lo afferma il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, in occasione delle celebrazioni per il 108° anniversario della morte di Nazario Sauro. “La profonda lacerazione che accompagnò il destino di Trieste, dell’Istria, delle isole del Quarnero e di Zara, con il colpevole silenzio della politica italiana, trascinò nell’oblio la laica e democratica nonché doverosa rivalutazione di patrioti come Oberdan, ma anche di Cesare Battisti, Nazario Sauro, Damiano Chiesa e dell’istriano Fabio Filzi e dello spalatino Francesco Rismondo, tutte vittime dell’immeritato destino che li trasformò per l’intellighenzia italiana, dominata dal Pci, in precursori del fascismo. Nulla di più assurdo e sbagliato: Cesare Battisti fu un socialista la cui moglie, Ernesta Bittanti, fece l’impossibile per impedire ai fascisti di strumentalizzarne la memoria: il 12 luglio 1924, anniversario dell’uccisione di Cesare Battisti a Firenze nel pieno delle proteste per l’assassinio di Matteotti si manifestò al grido di «Viva Battisti! Viva l’Italia Libera! Viva Matteotti». Erano i giovani antifascisti del nucleo appena nato di “Italia Libera”. Vi aderivano con Salvemini i fratelli Rosselli, Piero Gobetti, Piero Calamandrei, Leone Ginzburg: l’alba dell’antifascismo italiano”, prosegue Ciambetti.
“Nazario Sauro era un mazziniano democratico, Fabio Filzi, avvocato nello studio del socialista Antonio Piscel, Damiano Chiesa di famiglia liberale: non è difficile bensì sbagliato sostenere che gli irredentisti furono precursori del fascismo, come fu, e ancor oggi è, sbagliato bollare di simpatie fasciste gli esuli istriani, quarnerini, zaratini e i Dalmati. Bisognerebbe, come auspicava il senatore Giovanni Spadolini, rivalutare queste figure, il loro valore e peso nella storia della democrazia italiana. Credo sia un atto doveroso verso il nostro passato ma con uno sguardo lungimirante sul nostro futuro. Nazario Sauro, mazziniano di Capodistria, divenne un simbolo di chi scelse la libertà. Non molti ricordano che furono i nazisti a smantellare nel maggio del 1944 il monumento che gli era stato dedicato nella natìa Capodistria opera dello scultore Attilio Selva e dell’architetto Enrico Del Debbio e le cui statue furono fuse dai titini durante l’occupazione al termine della Seconda Guerra Mondiale, nel maggio 1945. In molti, invece, ricordiamo come gli esuli costretti ad abbandonare Pola vollero portare con sé le spoglie mortali di Nazario Sauro per consegnarle a Venezia, l’antica capitale dello stato da Mar di cui Istria, Quarnero e Dalmazia, erano parte che contribuì attivamente alla storia della Repubblica Serenissima. Dal 1947 Nazario Sauro riposa nel Tempio Votivo del Lido di Venezia, a ricordarci tutte le vittime delle guerre e il contributo pagato da istriani, quarnerini e dalmati per il nostro Paese e per la nostra libertà. Ricordiamolo in questo 10 agosto”, conclude il Presidente.

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