Violenza sulle donne, una app per prevenire possibili aggressioni

L’IDEA. Creare una app per prevenire possibili violenze che si verificano per strada e nei luoghi pubblici: è questa l’idea dell’associazione BiGard ETS, nata lo scorso gennaio da un gruppo di quattro giovani e un papà che hanno scelto di provare a fare qualcosa di concreto per rendere un po’ più sicuro il territorio in cui abitiamo.

«L’idea è nata da un’esperienza personale. Una conoscente è stata quasi vittima di una violenza, ma è stata “salvata” da un passante – spiega il presidente Fabio Asperti -. Si sente tutti i giorni parlare di violenza, verbali, fisiche, psicologiche. Ma finché non lo proviamo in prima persona non capiamo davvero l’entità del problema. A quel punto abbiamo pensato che si doveva fare qualcosa». Grazie alle loro passioni e competenze, i giovani hanno pensato di utilizzare la tecnologia per creare un network di persone che possano agire a sostegno dei cittadini, collaborando con le forze dell’ordine.

I tempi di intervento

«Secondo uno studio il tempo di azione delle forze dell’ordine mediamente è di 18 minuti: in 18 minuti possono accadere tante cose. La densità di popolazione in Italia è di 197 cittadini per chilometro quadrato, nei nostri paesi si parla di 4/500 abitanti per chilometro quadrato. Secondo la regola dell’1% nel raggio di un chilometro potrebbero esserci 4 persone pronte ad aiutare, basta metterle in connessione». L’applicazione, di cui oggi esiste una versione beta, servirebbe proprio a questo: i cittadini sono invitati a registrarsi inserendo i propri tratti caratteristici (per poter essere riconosciuti in caso di pericolo) e accettando di condividere la posizione; nel momento del bisogno tramite un comando personalizzato parte un segnale di allarme a tutti gli altri utenti che si trovano nel raggio di un chilometro.

Hanno pensato di utilizzare la tecnologia per creare un network di persone che possano agire a sostegno dei cittadini, collaborando con le forze dell’ordine

Come funziona

«Le persone contattate, con dei piccoli accorgimenti che potranno apprendere nei corsi disponibili in app, potranno rintracciare la vittima e toglierla dalla situazione di pericolo in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine». All’interno dell’applicazione ci saranno anche servizi di supporto: corsi sulla prevenzione e su come aiutare, oltre che una mappa con le strutture accreditate a cui le vittime possono rivolgersi. «Lo sviluppo definitivo inizierà quando finiremo di raccogliere i fondi necessari per la realizzazione e per l’acquisto dei server con standard di sicurezza altissimi. Stiamo anche pensando nella fase di registrazione di chiedere l’autenticazione con spid, che richiede standard tecnici e di sicurezza alti: l’obiettivo di evitare false segnalazioni. Dal raggiungimento del budget necessario serviranno 4 mesi per lo sviluppo», spiega Asperti. E conclude: «Mi hanno insegnato fin da piccolo che l’unione fa la forza: crediamo possa essere uno strumento di sostegno a vicenda». Per saperne di più visitare il sito www.bigard.it.

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