Pierantonio aiuta chi ha storie faticose: «Per costruirsi un futuro»

LA STORIA. Pensionato, 67 anni, Pierantonio Manzoni è di Almenno San Salvatore: dal 2010 è amministratore di sostegno volontario.

«Ho avuto la fortuna di andare in pensione giovane perché ho iniziato a lavorare molto presto... La pensione diventa un’occasione per ricominciare a fare alcune cose che ti piacciono e che prima non avevi il tempo di fare. A me è sempre interessato poter stare accanto a chi ne ha più bisogno». Inizia così il suo racconto Pierantonio Manzoni, 67 anni, di Almenno San Salvatore. Da più di dieci anni è pensionato e da quel momento ha iniziato a dedicarsi quasi a tempo pieno al volontariato.

L’amministratore di sostegno è una figura istituita dalla legge 6/2004: viene nominata dal Giudice tutelare per assistere e rappresentare una persona che non può gestire i propri interessi

In carico ai servizi sociali

Tra le tante esperienze, dieci anni fa decise anche di diventare amministratore di sostegno volontario. «Nel 2010 mentre esercitavo la mobilità in un Comune della Valle Imagna incontrai una persona in carico ai servizi sociali che aveva un amministratore di sostegno. Era un avvocato di Milano, che si limitava a mandare delle deleghe. In quel momento mi accorsi che più di un amministratore questa persona aveva bisogno di qualcuno che gli stesse accanto». L’amministratore di sostegno è una figura istituita dalla legge 6/2004: viene nominata dal Giudice tutelare per assistere e rappresentare una persona che non può gestire i propri interessi.

Per affrontare i problemi quotidiani

L’amministratore di sostegno ha il compito di aiutare la persona nell’affrontare problemi concreti e quotidiani legati alla gestione e cura dei propri interessi. Pierantonio iniziò così ad approfondire questo argomento, e scoprì che l’amministratore di sostegno avrebbe potuto essere anche un volontario. Frequentò un corso in provincia di Lecco per comprendere bene il ruolo e poi nel 2012 iniziò formalmente con la sua prima amministrazione di sostegno. «Iniziai il percorso con una persona di un anno più giovane di me che conoscevo già perché accompagnavo come volontario nelle attività della Cooperativa Lavorare Insieme e che in quel momento necessitava di questo accompagnamento a fronte del riconoscimento dell’invalidità al 100%. C’era la necessità di gestire il patrimonio, ma anche di costruire un progetto di vita».

«I bisogni concreti sono diventati occasioni per costruire un percorso di vita e di ripensamento»

Sostenere gli altri nei bisogni concreti

Pierantonio negli anni ha accompagnato questa persona dall’accesso ai servizi, fino all’acquisto dell’auto e all’ingresso in un appartamento per la vita autonoma. «I bisogni concreti sono diventati occasioni per costruire un percorso di vita e di ripensamento. È riuscito pian piano ad avere una buona autonomia, poi purtroppo si è ammalato ed è morto. In quel momento ero lì a tenergli la mano: per me è stata un’esperienza importante anche dal punto di vista personale».

«Serve agire insieme»

«L’amministratore di sostegno deve provare a dialogare con tutti, capire le esigenze e tutelare in modo chiaro la persona per cui giura di esercitare con fedeltà e diligenza l’incarico»

Nel frattempo si sono aperte altre richieste, per persone talvolta anche molto più giovani di Pierantonio, e lui ha sempre dato la sua disponibilità per seguirle tutte nei limiti del poter svolgere bene questo compito e riuscire ad accompagnarle in modo adeguato. «Ci sono delle responsabilità, ma è un lavoro che si fa insieme con i servizi sociali, il giudice tutelare, le comunità dove le persone vivono. L’amministratore di sostegno deve provare a dialogare con tutti, capire le esigenze e tutelare in modo chiaro la persona per cui giura di esercitare con fedeltà e diligenza l’incarico. Una promessa che ha a che fare con la tua vita e con quella degli altri». Per Pierantonio è quasi come essere un padre, ma con una funzione istituzionale, che deve sempre prestare attenzione alla persona, senza sostituirsi e cercando di lasciargli tutta la sua capacità di scelta.

Un modo per non lasciare sole le persone

Oggi accompagna dieci persone in questo percorso, un dato che sconcerta e che dice quanto bisogno ci sia di persone che vogliano intraprendere questo particolare percorso di volontariato. Li aiuta nella gestione delle bollette e dei conti, ma li accompagna anche nell’accesso ai servizi specialistici o in Tribunale fino alla costruzione di una rete di relazioni e socialità. «Se mi guardo indietro e osservo i percorsi delle persone che ho accompagnato, vedo come l’amministratore di sostegno è uno che immagina per queste persone un diverso futuro possibile. Spesso hanno storie faticose alle spalle, ma possono uscirne e costruirsi un futuro». Un modo concreto per promuovere un welfare di comunità e prossimità che non lasci sole le persone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA