Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 11 Luglio 2024
Minori stranieri non accompagnati. Il tutore: «E se fossero vostri figli?»
LA STORIA. Davide Manzoni, insegnante di 52 anni di Vallalta di Albino, con la moglie Elena ha la «responsabilità» di due ragazzi: «Non servono competenze, basta essere capaci di ascolto».
«Quando mi chiedono: Perché lo fai? Penso: e se fosse vostro figlio? Se fosse stato vostro figlio a salutarvi una mattina per salire su un barcone arrugginito, con un motore inaffidabile, alla volta di quel mare che fa paura e che spesso se le inghiotte le navi, anche quelle belle... Se fosse stato vostro figlio a partire da casa per un futuro migliore, accompagnando il fratello maggiore, ma più fragile di lui, in cerca di qualcuno a cui chiedere aiuto, in uno Stato straniero, con una lingua sconosciuta... Allora sono io a chiedere: voi non lo fareste?».
Gli anni di volontariato
Sono queste le prime parole di Davide Manzoni, da qualche mese tutore volontario di minori stranieri non accompagnati. Davide è un insegnante, ha 52 anni, vive a Vallalta di Albino con la moglie Elena e con i tre figli. Nella sua vita ha sempre dedicato tempo agli altri: «Per più di dieci anni sono stato volontario della Croce Rossa ad Alzano, prestando servizio come soccorritore - racconta -. Poi nel periodo del Covid mi sono impegnato con la Protezione Civile del mio paese, e ora sono volontario di Anteas (Associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà) con la quale mi occupo di trasportare le persone anziane o malate. Il volontariato è sempre stato nelle mie corde».
Ormai più di un anno fa, è venuto a conoscenza dell’esperienza dei tutori volontari di minori stranieri non accompagnati: «Stavo guardando il Tg3 come ogni giorno, quando è apparso un servizio con il Garante dei diritti dell’Infanzia di Regione Lombardia, che sollecitava i cittadini a dare la loro disponibilità perché nella nostra Regione è presente un numero elevato di minori stranieri. Mi ha molto incuriosito e mi sono messo alla ricerca di più informazioni». Online Davide ha trovato tutto quello di cui aveva bisogno per orientarsi e ha fatto la sua scelta presentando la candidatura.
L’iscrizione nell’elenco
«Dopo un colloquio attitudinale, ho potuto partecipare al percorso formativo che è durato un paio di mesi e, dopo aver completato l’esame, ho conseguito l’attestato. Ho inviato questa documentazione al Garante, che a sua volta l’ha inoltrata al Tribunale dei Minori di Brescia competente per la nostra provincia. A maggio 2023 ero ufficialmente iscritto nell’elenco dei tutori e sono rimasto in attesa di essere chiamato». Dopo un anno, però, la chiamata non era ancora arrivata: così Davide ha deciso di sentire direttamente il Tribunale per capire se ci fosse stato qualche errore, scoprendo che era effettivamente così. Risolto il problema è stato subito chiamato per la sua prima assegnazione: «Sono stato nominato per la prima volta tutore a maggio 2024, chiamato per un paio di ragazzi con carattere d’urgenza. È stato molto emozionante: ero contento, ma allo stesso tempo anche spaventato».
Una volta ricevuta la nomina si è subito messo in contatto con le strutture di accoglienza dei due ragazzi, per poterli conoscere. «Tre giorni dopo aver ricevuto il decreto ho incontrato uno dei due ragazzi, qualche giorno dopo anche l’altro. Uno di loro ha una storia particolare e ha la necessità di essere accompagnato, l’altro aveva semplicemente bisogno di un nuovo tutore con una presenza più leggera. Così sono entrato nel pieno delle mie funzioni». Davide racconta che il tutore ha un compito di tutela legale, ma non è solo un ruolo burocratico: «C’è un aspetto umano di incontro con questi ragazzi, bisogna capire come stanno e interagire anche con gli educatori e gli insegnanti. Quando capiscono che tu sei lì per loro iniziano ad aprirsi con te, a fidarsi e confidarsi. Non servono particolari competenze, basta essere persone disposte a mettersi in ascolto». A supportarlo in questa scelta è stato in particolare l’ultimo dei suoi figli, oggi diciannovenne: «È molto attivo a livello sociale e ha tanti interessi. Quando stavo decidendo se intraprendere questa strada, mi ha detto che mi avrebbe aiutato lui. E così è stato: ha iniziato a frequentare questi ragazzi insieme ai suoi amici ed è al mio fianco in questo percorso. Mio figlio sta facendo la differenza».
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