
Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 24 Aprile 2025
L’archivio personale sulla Resistenza: «Curiosità e ascolto»
LA STORIA. Andrea Pellegrinelli, classe 1995, presidente della sezione Anpi intitolata a Eugenio Bruni, ha raccolto testimonianze dei partigiani, fotografie e documenti.
«Curiosità, ascolto e scambio: sono queste le tre parole che userei per riassumere il mio lavoro», racconta Andrea Pellegrinelli, presidente della sezione Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia- Bergamo), intitolata a Eugenio Bruni, figura centrale dell’antifascismo bergamasco.
Classe 1995, Andrea è cresciuto in un quartiere periferico di Bergamo, dove ha frequentato il liceo scientifico Mascheroni. È proprio tra i banchi di scuola che nasce il suo interesse per la Resistenza: galeotto fu «I sentieri dei nidi di ragno» di Calvino. Così, nel 2013, appena diciottenne, si iscrive all’Anpi.
Lo stupore per l’età
«Ricordo ancora lo stupore dei membri della sezione – all’epoca tutti over 65 – nel vedermi
entrare e chiedere informazioni per tesserarmi», racconta. L’anno successivo Andrea dedica la tesina di maturità alla Resistenza, intervistando Giuseppe Giupponi - nome di battaglia «Fuì» - partigiano di San Giovanni Bianco, scomparso nel 2016. Da allora, Andrea non ha più smesso di raccogliere testimonianze, fotografie, documenti e soprattutto storie. Una ricerca costante, spinta dall’urgenza del tempo e dal desiderio profondo di non perdere neanche una voce. «Per me è fondamentale raccogliere le testimonianze dei partigiani oggi, conservare l’esistente nel presente per evitare che restino solo nomi» spiega Andrea, e prosegue: «Queste figure, spesso mitizzate, erano in realtà ragazzi e ragazze pieni di paure e contraddizioni. Le loro scelte di vita furono radicali, difficili, ma profondamente umane».
Coinvolti anche i familiari
Negli anni, l’attività del presidente di sezione si è ampliata, coinvolgendo anche i familiari dei protagonisti e intrecciando legami in tutta la provincia, fino a dare vita a una rete viva e dinamica. Il risultato è un vero e proprio archivio di centinaia di storie partigiane in continuo divenire. «Il mio approccio alla memoria è duplice: emotivo, ma anche storico - spiega Andrea -. Ho cercato di incrociare le testimonianze orali con i documenti d’archivio, per restituire una narrazione più ampia, talvolta diversa da quella interiorizzata». La memoria, infatti, è mutevole: si trasforma, si colora di emozioni, si dimentica o si ricostruisce. In questo lavoro, dunque, lo scambio è essenziale: da un lato, mettere in dialogo le voci dei partigiani con fotografie e documenti consente alla memoria di diventare collettiva; dall’altro, permette alle famiglie - spesso ignare di avere storie di Resistenza nei propri rami - di riappropriarsi di una parte dimenticata della propria storia.
Ripercorrere le storie
«L’esperienza - scriveva Calvino in “I sentieri dei nidi di ragno” - è la memoria più la ferita che ti ha lasciato, più il cambiamento che ha portato in te e che ti ha fatto diverso». Ripercorrere queste storie, oggi, non è solo un atto di ricordo, ma anche un modo per capire cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare. «Le testimonianze restano e germogliano in chi le ascolta - dice sorridendo Andrea - ed è grazie a questo che i valori di democrazia, libertà e lotta riescono a sopravvivere, anche quando il tempo ci separa da chi li ha vissuti».
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