Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 15 Febbraio 2024
La mappa dei luoghi che si prendono cura degli adolescenti
IL PROGETTO. Promosso da cooperative sociali, Csv e Csi, per rafforzare collaborazione e far crescere le comunità. Interviste e incontri con le realtà impegnate nei territori.
Costruire una mappa dei soggetti e dei luoghi che si occupano di educazione per rafforzare le alleanze e contribuire a far crescere le comunità: è questa l’idea da cui è nato il progetto «1,2,3 STAR-Strategie e Traiettorie per Avventure Resilienti» selezionato da «Con i Bambini» nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso da Cooperativa sociale Il Piccolo Principe, Cooperativa sociale Il Cantiere e Ambito territoriale Basso Sebino, Cooperativa sociale Crisalide e Ambito Territoriale Val Cavallina, Cooperativa sociale Sebina e Ambito Territoriale Alto Sebino, Cooperativa sociale Ruah, Csv Bergamo, Csi Bergamo.
Rafforzare una «comunità educante»
Il progetto, che ha preso il via la scorsa estate, è finalizzato a rafforzare la «comunità educante» nei tre Ambiti territoriali della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, tramite l’attivazione di un processo che sta coinvolgendo gli enti pubblici e privati del territorio nel rimettere al centro gli adolescenti e le loro famiglie, recuperando la dimensione sociale e il senso di appartenenza al proprio territorio. Spiega Gilberto Giudici, presidente della Cooperativa sociale Il Piccolo Principe che è capofila del progetto: «Incontrare e far incontrare realtà territoriali, condividere letture, riflettere sui bisogni dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze incrociando punti di vista diversi, è il primo passo per potenziare la comunità educante e costruire corresponsabilità. Per raggiungere l’obiettivo del progetto abbiamo quindi scelto di avviare una mappatura che ci portasse non solo a identificare gli spazi e le realtà che compongono la nostra comunità educante, ma che li rendesse protagonisti nella realizzazione delle mappe stesse».
Queste mappe, una per ambito territoriale, sono state realizzate attraverso interviste e incontri con le realtà territoriali. «Nella prima fase - spiega Giudici - gli operatori hanno sottoposto interviste mirate agli enti coinvolti con l’obiettivo di far emergere la loro visione di comunità educante, poi durante i focus group abbiamo ragionato insieme sul materiale raccolto. La seconda fase ha visto poi l’attivazione di due gruppi di lavoro per ogni territorio».
Dalle scuole agli oratori
In totale sono state realizzate 37 interviste ad altrettante differenti realtà che nei tre territori svolgono una funzione educativa, dalle scuole agli oratori, passando per le associazioni e le realtà sportive. Nel primo incontro le persone si sono confrontate, esprimendo la questione più significativa per la propria esperienza e, al termine, hanno individuato alcune tematiche di valore per tutti. Nel corso del secondo incontro, invece, i partecipanti hanno disegnato le mappe dei propri territori posizionando i soggetti che hanno a che fare con la «comunità educante» come scuole, oratori, biblioteche. «È stato un confronto importante e non scontato. Quello emerso era il punto di vista delle persone che hanno partecipato, è stato quindi fondamentale poi allargare lo sguardo». Così nel terzo incontro sono state recuperate le tematiche emerse dal primo confronto e sono state collocate sulla mappa.
La funzione educativa
«All’inizio - prosegue Giudici - non è stato facile, perché c’era diffidenza nei confronti di una metodologia nuova ma anche di un percorso che chiede di mettersi a riflettere. È bastato iniziare, però, per coglierne l’importanza: è subito risultato evidente come i vari soggetti che compongono la comunità non sempre si riconoscano in una funzione educativa, di cura o di accompagnamento alla crescita. Grazie al confronto con gli altri ne hanno preso consapevolezza, ma hanno anche potuto condividere valori e aspettative». Ora le mappe elaborate sono uno strumento a disposizione dei territori per continuare a interrogarsi e per far crescere l’idea di «comunità educante». Con l’auspicio che non siano mappe statiche, ma che nel tempo continuino ad arricchirsi.
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