«Fiori», volontaria a quasi 80 anni. «Aiuto le famiglie ascoltandole»

LA STORIA. Ancilla Poloni, madre di quattro figli e nonna, fa parte della Conferenza San Vincenzo di Nembro. Consegna i pacchi alimentari: «Entriamo in punta di piedi e impariamo a conoscerle».

Ancilla «Fiori» Poloni è prossima a compiere gli 80 anni, ma è una donna ancora piena di energie. Vive a Nembro, ha avuto quattro figli e oggi è nonna. Oltre a dedicarsi alla sua famiglia, si impegna anche per la sua comunità come volontaria della Conferenza San Vincenzo di Nembro. «Ho iniziato a fare volontariato come catechista per la parrocchia. Poi undici anni fa ho incontrato la San Vincenzo: avevo sempre sentito parlare di questa realtà che sul nostro territorio aiutava le persone più povere, ma non avevo mai approfondito. Poi scoprii che l’associazione era stata fondata da Federico Ozanam: proprio leggendo le sue lettere e i suoi libri rimasi molto colpita e mi appassionai a questa realtà».

L’impegno principale di «Fiori» e delle altre volontarie della San Vincenzo è quello di far visita alle famiglie del territorio consegnando i pacchi alimentari, che rappresentano un primo aggancio per entrare in relazione con loro e comprenderne le necessità

Prendere consapevolezza

Un’amica era volontaria vincenziana, così anche «Fiori» si è avvicinò piano piano. «Per un anno ho frequentato la Conferenza senza essere iscritta. Mi è servito per prendere consapevolezza di cosa significhi essere parte di questa associazione. Poi sono entrata a tutti gli effetti ad essere parte del gruppo».

L’impegno principale di «Fiori» e delle altre volontarie della San Vincenzo è quello di far visita alle famiglie del territorio consegnando i pacchi alimentari, che rappresentano un primo aggancio per entrare in relazione con loro e comprenderne le necessità. «Entrare nelle famiglie con una borsa della spesa è un modo per farci aprire la porta. Noi entriamo in punta di piedi e piano piano impariamo a conoscerle. All’inizio mostrano timore, ma con il tempo si aprono». La prima esperienza è stata per Fiori molto importante, e l’ha aiutata a comprendere le tante difficoltà che esistono anche in un territorio che sta bene come quello bergamasco. «Con pudore mi sono avvicinata, ho ascoltato e ho parlato un poco. Piano piano sono nate empatia e fiducia, mi hanno permesso di conoscere le loro fatiche e di aiutarli». Non incontrano solo povertà economica, ma anche tanta povertà di relazioni.

Tante esperienze e incontri

«In questi undici anni ho vissuto tante esperienze e tanti incontri. Ho imparato che il modo di porsi deve essere sempre diverso e capace di adattarsi alle esigenze di ciascuno. Cerco di dare un consiglio o un conforto, che parte però sempre dalla reciproca conoscenza. Quello che serve è entrare parlando poco e ascoltando molto». Le famiglie vengono accompagnate finché non riescono a rimettersi in moto da sole, arriva poi sempre il momento in cui la relazione di aiuto finisce, ma i legami restano: «Fiori» racconta che è sempre rimasta in contatto con le famiglie che ha accompagnato, perché dall’esperienza di vicinanza è sempre nato un rapporto di amicizia e confidenza.

«Questo servizio e le famiglie che ho incontrato mi hanno sempre donato serenità. Credo sia più quello che loro hanno donato a me, di quello che io ho provato a dare loro. Ringrazio sempre per la possibilità che mi è stata data sia con i ragazzi nella catechesi parrocchiale che nella San Vincenzo. Sono stati per me momenti di crescita importanti anche in età adulta».

«È fondamentale essere attenti a chi ci sta vicino, soprattutto a chi per pudore o dignità non osa chiedere: bisogna riuscire a comprendere, rispettare e trovare il modo giusto per aiutare. È un percorso che rinnova costantemente lo spirito»

Con la rete territoriale

E per questo l’impegno di «Fiori» non si ferma: oggi sta accompagnando nel suo percorso una nuova famiglia, in stretta connessione con la rete territoriale dei Servizi sociali e con il Centro di primo ascolto del territorio che quando vengono a conoscenza dei bisogni delle famiglie attivano il servizio offerto dalle volontarie della San Vincenzo. «Rileggendo alcuni passaggi delle lettere di Federico Ozanam si ritrova un grande impegno politico oltre che cristiano, attuale anche oggi. È quello che mi guida in questo servizio di volontariato: prima devi conoscere, poi capisci e alla fine ami. È fondamentale essere attenti a chi ci sta vicino, soprattutto a chi per pudore o dignità non osa chiedere: bisogna riuscire a comprendere, rispettare e trovare il modo giusto per aiutare. È un percorso che rinnova costantemente lo spirito».

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