Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 18 Luglio 2024
Con «Aiuto donna» le vittime di violenza trovano case sicure
IL PROGETTO. Percorsi di autonomia per ricominciare a costruirsi una nuova vita. Una raccolta fondi per contribuire all’allestimento degli appartamenti.
Quando una violenza spegne un sorriso, la solidarietà può accendere una speranza. È con questo slogan che l’associazione «Aiuto donna Odv» di Bergamo ha dato il via ad una campagna per chiedere un aiuto concreto alla cittadinanza con l’obiettivo di riuscire ad arredare alcuni degli appartamenti che verranno messi a disposizione delle donne vittime di violenza. Da sei anni, infatti, l’associazione ha avviato un progetto di affiancamento nei percorsi di autonomia delle donne che hanno subito maltrattamenti mettendo a loro disposizione alcuni appartamenti dove poter ricominciare a costruirsi una nuova vita. «Avere una casa dove poter stare è fondamentale per aiutare la donna a ripartire – racconta la presidente Oliana Maccarini -. Offrire loro una casa e accompagnarle nel re-inserimento nel mondo del lavoro è la condizione necessaria per garantire loro la fiducia necessaria ad affrontare questa situazione». Un percorso nato sei anni fa, quando l’associazione ha avuto la possibilità di utilizzare un appartamento in comodato gratuito donato da una cooperativa e ha scelto di metterlo a disposizione delle donne che escono da una casa protetta e che hanno le capacità di affrontare una nuova vita, ma necessitano di essere sostenute in modo concreto.
«Offrire loro una casa e accompagnarle nel re-inserimento nel mondo del lavoro è la condizione necessaria per garantire loro la fiducia necessaria ad affrontare questa situazione»
Oggi l’esperienza si è allargata e gli appartamenti a disposizione delle donne sono diversi, seppur non ancora sufficienti a coprire le esigenze. «Un privato a Seriate ci ha assegnato 6 appartamenti in comodato gratuito, dove stiamo ospitando altrettante donne con i loro figli: alcune di loro sono in procinto di uscire e lasceranno il posto ad altre già pronte ad entrare. Il Comune di Grassobbio ci ha affidato un appartamento nuovo che stiamo allestendo e Aler con un progetto di Regione Lombardia ci ha affidato sei spazi a Bergamo». Qui le donne sottoscrivono un contratto di 6 mesi, rinnovabili finché non sono pronte ad affrontare la vita in autonomia, e vengono affiancate da un tutor che le aiuta nei percorsi di formazione e lavoro.
Gestire la vita quotidiana
Ma soprattutto sono spazi vicini ad altre donne che vivono la stessa situazione e con le quali ci si può aiutare tra pari nella gestione della vita quotidiana, non sempre semplice per una donna sola. «Non tutte hanno la risorse per affrontare una nuova vita, ma se hanno vicino a sé un aiuto questo è possibile».
Per contribuire all’allestimento di questi appartamenti Aiuto donna chiede aiuto alla società civile: fino al 31 luglio è possibile recarsi al negozio Kasanova in via Tiraboschi 83 a Bergamo e acquistare quello che serve per rendere queste case abitabili
Per contribuire all’allestimento di questi appartamenti Aiuto donna chiede aiuto alla società civile: fino al 31 luglio è possibile recarsi al negozio Kasanova in via Tiraboschi 83 a Bergamo e acquistare quello che serve per rendere queste case abitabili. «Il mio sogno è quello di avere un cassetto con tante chiavi da consegnare non appena la donna segnala la situazione di violenza: spesso le donne rimangono dove sono perché non hanno prospettive, non hanno un posto dove andare. Se noi potessimo dare una casa a tutte, sono certa che il 90% di loro denuncerebbe subito». Progetto che va ad integrarsi con la storica attività dei Centri antiviolenza gestiti dall’associazione, dove le donne vengono accompagnate da legali e psicologhe nel percorso di fuoriuscita dalla violenza: da venticinque anni, infatti, Aiuto donna si occupa di questo tema e oggi gestisce tre centri antiviolenza e due spazi di ascolto grazie al contributo di 90 volontarie.
«Ogni due anni attiviamo un corso di formazione per inserire in associazione nuove volontarie, perché questo è un tipo di volontariato che deve essere formato»
Le nuove volontarie
«Ogni due anni attiviamo un corso di formazione per inserire in associazione nuove volontarie, perché questo è un tipo di volontariato che deve essere formato. In questo momento ne è in corso uno, iniziato 6 mesi fa, che sta coinvolgendo 50 donne: finirà nella primavera 2025 con un tirocinio a fianco di un’operatrice esperta. E prossimamente apriremo altri due centri a Lovere e Clusone: le donne del territorio lo hanno chiesto, si sono formate, gli spazi per realizzarlo sono disponibili e ora sono pronte per partire».
© RIPRODUZIONE RISERVATA