Visite record ma il Mulino «senza eredi» va in pensione

CASTIONE DELLA PRESOLANA. I titolari: «Noi anziani, difficile continuare». In 7 anni superati i ventimila ingressi.

Niente più visite guidate tra i livelli dell’edificio cinquecentesco e le migliaia di oggetti del passato custoditi all’interno del Museo le Macine: è chiuso definitivamente l’antico Mulino di Castione della Presolana. Una scelta sofferta per i proprietari Sergio Percassi, 75enne, e Rosanna Visini, 73enne, che in quel luogo hanno messo in tanti anni passione, tempo, cuore, dedizione e che ora, con l’età che avanza, a malincuore hanno scelto di chiudere. Non perché non vi siano visitatori, anzi: solo nel 2023 con 110 giorni di apertura le persone che hanno visitato il Mulino sono state circa 4.000, tantissime.

Già alcuni anni fa Sergio e Rosanna avevano annunciato la chiusura e la volontà di vendere tutto a privati o istituzioni, ma la pioggia di richieste di turisti e cittadini, anche oltre le aspettative, ha spinto la coppia di Clusone a rinviare per anni la scelta di ritirarsi. Ma ora nessun ripensamento: il Mulino è chiuso al pubblico. Anche se la coppia continua a frequentarlo, per mantenere tutto perfettamente in ordine: erba tagliata, fiori nelle aiuole, tutto in ordine e pulito.

La storia

«Dispiace – confessa Sergio Percassi –; ricordo quando arrivai qui per la prima volta (1982-’83), il mulino era coperto dalla fitta vegetazione, non lo si vedeva, malmesso: tetto da rifare, mancava anche una soletta. Ma mi innamorai subito di quel luogo, intravedendone le potenzialità e pian piano riuscimmo a restaurarlo, ricostruendo anche la vecchia ruota».

Il Mulino dal 1990 al 2013 è stato un locale molto frequentato, il «Vecchio Mulino» un bar e ristorante-museo che ai piatti della tradizione univa una location unica in cui era possibile osservare ancora le vecchie macine e gli ingranaggi . Dopo la chiusura del ristorante per diversi anni il Mulino è tornato a vivere grazie all’impegno di Sergio e Rosanna e agli oggetti del passato capaci di incantare e raccontare storie a grandi e piccini.

«Dispiace privare castionesi e turisti del museo – confida Percassi – chiediamo scusa a loro». La chiusura è anche l’occasione per fare un bilancio di questi anni. «Sicuramente più che positivo, abbiamo superato le 20.500 persone in sette stagioni. Siamo partiti quasi per gioco, e con il passaparola abbiamo raggiunto numeri oltre ogni aspettativa». Ora l’auspicio dei proprietari è che quanto fatto in questi anni non venga disperso e che qualcuno decida di mettersi in gioco, di acquistarlo e magari continuare a valorizzare la struttura e il suo museo, anche come bar e ristorante. «In questi anni abbiamo incontrato tantissime persone – raccontano – e ci siamo fatti nuovi amici. Ringraziamo i castionesi e non solo che con il loro affetto ci hanno supportato in questo periodo stupendo. Negli ultimi giorni di apertura ci sono stati vicini come se volessero dirci di non mollare perché hanno capito l’importanza di questo luogo».

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