
(Foto di Pierino Boccardi)
MONTAGNA. Il nevaio era scomparso a causa del cambiamento climatico. Ora l’effetto causato dalla neve.
Ardesio
Negli Anni Cinquanta superava anche i cento metri di lunghezza e nei giorni più caldi dell’estate gli abitanti di Ardesio e dell’Alta Valle Seriana utilizzavano il suo ghiaccio per fare granite. Con il passare del tempo il ghiacciaio di Valcanale s’è ridotto sempre più, a causa del cambiamento climatico e delle alte temperature, fino a scomparire.
Ma ora, grazie alle ultime e numerose valanghe che hanno interessato la zona del Monte Secco, potrebbe addirittura «rinascere» e riformarsi, anche se solo temporaneamente. Nei giorni scorsi, infatti, abbondanti precipitazioni nevose sono cadute sulle Orobie bergamasche, tanto è vero che lo strato nevoso, a circa duemila metri di quota, ha raggiunto e anche superato l’altezza di un metro e mezzo, come affermato dai rifugisti Silvio Visini (del rifugio Cimon della Bagozza) ed Omar Semperboni (del rifugio Campèl).
Neve ancor poco compattata, la recente, con quella caduta in precedenza. Da qui la formazione di numerose valanghe che via via si stanno staccando dai pendii innevati e scendono lungo i canaloni fino a bassa quota. Come quella che, recentemente, è stata fotografata da Pierino Boccardi, che abita a Zanetti di Ardesio.
Una grossa valanga della Valcanale, questa, che è precipitata dal canalone Nord del Monte Secco, andandosi a fermare nell’alta Valle Las, che si raggiunge risalendo un sentiero che inizia nella contrada di Albareti o da quella di Cacciamali di Ardesio.
«Le numerose valanghe precipitate dal Monte Secco in questi giorni, potrebbero, lo auspichiamo, far rivivere il piccolo ghiacciaio».
«Proprio in questa località – afferma Pierino Bigoni, esperto naturalista – anni fa era presente un ghiacciaio , poi scomparso per il mutamento climatico. Trovandosi a circa mille metri di quota, era considerato uno di più bassi a livello delle Alpi ed ogni anno era raggiunto da molti escursionisti che ai suoi piedi si godevano il fresco e la bellezza dei panorami, utilizzando il ghiaccio per gustarsi una granatina. Ora – conclude Bigoni – le numerose valanghe precipitate dal Monte Secco in questi giorni, potrebbero, lo auspichiamo, far rivivere il piccolo ghiacciaio».
Negli Anni Cinquanta il nevaio tanto piccolo non era, visto che anche in estate, come asseriscono gli anziani della Valcanale, conservava una lunghezza di oltre cento metri, una quarantina di larghezza e una dozzina di profondità.
Questo piccolo ghiacciaio era, per la popolazione della Valcanale, anche fonte di guadagno. Infatti, quando non esistevano i frigoriferi, uomini e giovani lo raggiungevano in estate, riempivano sacchi di iuta di ghiaccio, che trasportavano a valle con bestie da soma e quindi , caricatolo su carretti, per poi vederlo agli albergatori dell’Alta Valle Seriana e anche della città, integrando, in tal modo, i loro guadagni.
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