Valbondione, «i migranti volevano andarsene». «No, erano perfettamente integrati»

IL CASO. Centro di accoglienza verso la chiusura, il sindaco: «Pessime condizioni di vita». La cooperativa: «Bambini a scuola e genitori al lavoro. Da Taleggio via 90 profughi su 200».

È successo tutto nel giro di nemmeno 24 ore. Venerdì mattina, 18 aprile, la chiamata del Prefetto a Sara Riva e Walter Semperboni, i sindaci di Gromo e Valbondione, con la promessa – dopo le loro proteste – di ridurre «entro pochi giorni» il numero dei migranti ospitati nei centri di accoglienza straordinari dei loro due Comuni. Poche ore dopo l’arrivo di due pullman, che tra le 15 e le 20 di venerdì hanno fatto salire (direzione Mestre) 28 migranti a Gavazzo e altri 34 a Gromo. Ieri mattina un altro trasferimento, ancora una decina da Gavazzo e una ventina da Gromo (questa volta diretti a Bresso). E i due centri si sono presto svuotati, con la prospettiva, auspicata dai due primi cittadini, che si vada verso la loro chiusura.

«Erano felicissimi anche loro»

«Ormai ne sono rimasti a Gavazzo meno di dieci – riferisce Walter Semperboni, che da tempo denuncia le condizioni della struttura e aveva minacciato di recarsi a Roma, a protestare sotto il Quirinale –. I migranti volevano andare via, qui vivevano in condizioni pessime. Quando sono partiti mi hanno abbracciato, erano felicissimi anche loro». Semperboni ha lasciato ai migranti il proprio numero di cellulare, «e ho detto loro di mandarmi le foto dei posti dove andranno, di farmi sapere come si troveranno».

Semperboni si dice «fiducioso nella possibilità che il centro di accoglienza venga presto chiuso». E la definisce «una vittoria non solo mia, ma di tutte le istituzioni che hanno collaborato».

«Si erano perfettamente integrati»

Di diverso avviso Antonio Vecchio, direttore del «Melting Pot», consorzio di cooperative sociali che gestisce altri centri di accoglienza stranieri nel Salernitano: «I migranti, nordafricani e turchi, si erano perfettamente integrati – sostiene –. C’erano bambini che andavano a scuola, genitori che lavoravano. Con il sindaco precedente abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto. Mai ci sono state tensioni nel centro. Era uno dei centri di accoglienza di cui andavamo più orgogliosi».

«Ora, senza preavviso, li portate via dopo due anni di duro lavoro di inclusione e integrazione»

Vecchio ha scritto ieri a ministero e prefettura: «Per due anni ci avete chiamato e chiesto a ogni ora di andare a recuperarli in tutta la regione. E ora, senza preavviso, li portate via dopo due anni di duro lavoro di inclusione e integrazione. Ora avremo anche tre operatori sociali senza lavoro».

Gromo e Taleggio

«Alleggeriti» anche i Centri di accoglienza di Gromo e Taleggio. «Non siamo stati avvisati dei trasferimenti, ma fortunatamente è avvenuto tutto in modo tranquillo, senza nessun tipo di resistenza», riferisce Sara Riva, tornando a chiedere che «si vada verso la chiusura definitiva del centro. L’ho detto e lo ribadisco: questo sistema di accoglienza non funziona».

Una novantina (sui 200 presenti) i richiedenti asilo che sono stati trasferiti altrove anche da Taleggio. «Gli incontri che ho avuto con il prefetto, in cui avevamo manifestato la nostra preoccupazione, hanno avuto i loro risultati – dice il sindaco Gianluca Arnoldi –. Ora abbiamo il problema dei minori non accompagnati, che andrà risolto». Lo stesso che solleva la sindaca di Gromo «Non possiamo sostenere il costo di cento euro al giorno per ognuno di loro, se non tagliando i servizi ai nostri cittadini», dice Riva.

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