Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 28 Dicembre 2020
V-day ad Alzano: «Non dimenticheremo
mai il 23 febbraio, ma oggi è l’alba»
All’ospedale «Pesenti-Fenaroli» le prime somministrazioni di Comirnaty per il V-day europeo: «Allora sembrava che l’inferno non potesse finire».
Mentre il messaggero se n’è già andato, degradato in qualche ora, e il messaggio ha cominciato a «chiamare» la prima risposta immunitaria a Sars-Covid2 che arriverà nell’arco di 7/8 giorni, uno a uno se ne vanno dal chiostro del «Pesenti-Fenaroli» i primi 50 donne e uomini del contingente-simbolo, i primi vaccinati, chiamati a a condividere con il resto d’Europa il V-Day, ad Alzano, il luogo diventato simbolo della pandemia in Occidente per come il contagio ha picchiato duro, per l’infinita lista di persone che non ci sono più, per quelle campane a morto che tra marzo e aprile a un certo punto hanno smesso di suonare, non perché di morti non ce ne fossero più, ma perché erano troppi.
Sembra un secolo fa, un’altra epoca, sembrano passati decenni, ma sono trascorsi solo 10 mesi: domenica 27 dicembre poco prima delle 11,30 le 10 fialette erano a destinazione: Alzano, il «frigo» estratto dall’automedica di Areu al vento artico che stanotte ha portato la neve. Non ci sono curiosi in strada, la città è deserta, il sindaco Camillo Bertocchi dice che non l’ha chiamato nessuno dei suoi concittadini per «commentare» la domenica, storica. Troppo presto, ancora presto per lasciarsi alle spalle tutto quel dolore, e festeggiare . Ma all’ospedale fila bene la speranza, fila che sembra persino di poter dimenticare che qui il 23 febbraio è scoppiato l’inferno. Medici, infermieri, personale, rappresentanti degli ordini medico-sanitari sono nel novero dei 50 e arrivano spediti, decisamente tranquilli: essendo professionisti del campo, dubbi non ne hanno nemmeno uno. Il tempo di sedersi, firmare il consenso informato, tirar su la manica, offrire il deltoite alla puntura di Comirnaty e soluzione fisiologica, ed è tutto finito. Per ognuno di loro già fissato l’appuntamento per la seconda dose del vaccino Pfizer-Biontech, tra non meno di 21 giorni, per completare questa vaccinazione che è il trionfo della scienza e tutti loro lo sanno, bene. Anzi, non un trionfo: «Un miracolo della scienza» conferma il primo del contingente, lo scienziato Giuseppe Remuzzi. Che è abitualmente uno scienziato «freddo», sul pezzo, pochi fronzoli: ma stavolta è commosso, e lo dice.
Sono le 18 e il V-Day al «Pesenti-Fenaroli» si conclude: sono tornati in corsia alcuni dei medici e degli infermieri che erano in corsia anche il 23 febbraio, quella prima domenica in cui il virus è ufficialmente comparso nella nostra provincia, ad Alzano. Tra loro insieme al chirurgo Fabio Tagliabue che ieri ha ricevuto il vaccino, c’è Pierpaolo Mariani che nel frattempo è diventato primario, di Chirurgia.
«Oggi è una giornata che nessuno allora avrebbe immaginato sarebbe arrivata» ricorda lui, che è stato tra i primi ad ammalarsi, a restare a casa e poi tornare nei reparti stravolti e diventati ormai un unica maxi divisione Covid, per settimane, per mesi. Un’onda di malati gravi e gravissimi che sembrava non finire mai, mentre ora il suo reparto è tornato più o meno allo stato precedente, anche se l’attività resta ancora decisamente ridotta: «Oggi è l’alba, torneremo presto a fare il nostro lavoro con i malati, cercando per quando possibile di lasciarci alle spalle quell’inferno. Per quanto possibile perché no, il reparto, il lavoro, torneranno quelli di prima. Non noi».
La domenica del V-Day europeo finisce anche ad Alzano come un regalo di Natale arrivato giusto un paio di giorni in ritardo, un regalo che ha richiesto lo sforzo collettivo di migliaia di «beautiful mind» della scienza e montagne di denaro pompato nei laboratori di ricerca di tutto il pianeta. Le feste sono nel vivo ma non c’è il tempo di festeggiare: si attende la definizione della road map per vaccinare, perché ieri era il giorno-simbolo ma poi alla gente della Val Seriana i simboli piacciono giusto se durano un attimo: per «risarcire» l’inverno che è stata la scorsa primavera, servirebbe che la macchina marciasse veloce, che i vaccini arrivassero presto, veloci, subito e per tutti.
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