Super neve, i laghi delle Orobie ora fanno il pieno

METEO. Nel 2022 Barbellino ridotto all’osso, a 3 milioni di metri cubi di acqua. Ora pure i Gemelli verso il colmo.

I laghi delle Orobie hanno fatto il pieno. In senso letterale. Dopo due stagioni di magra (leggasi «siccità»), soprattutto quella del 2022-2023, quest’estate i bacini prealpini delle nostre valli, sia quelli naturali sia gli artificiali per gli sbarramenti, sono in stato di grazia, ovvero quasi pieni.

E non poteva essere altrimenti, vista la grande quantità di pioggia scesa da inizio anno. Una riserva, quindi, per la produzione di energia elettrica e per l’agricoltura di pianura. I dati dell’Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa) confermano la grande quantità di acqua scesa da inizio anno sulle Orobie, acqua che ora – con il disgelo – riempie i bacini in quota.

L’invaso più grande

Il lago con l’invaso più grande nella nostra provincia sulle Orobie è quello del Barbellino, a 1.862 metri di quota, in comune di Valbondione, alimentato dall’omonimo lago naturale a 2.128 metri di quota che in questi giorni regala il suggestivo spettacolo del disgelo. Dal 2009-2019, la stagione appena conclusa è quella che ha fatto registrare a tale quota, la terza maggiore quantità di neve. Per quanto riguarda l’altezza l’anno record fu il 2013-2014, con 380 centimetri di neve, seguito dai 228 centimetri della stagione 2020-2021, e dai 225 del 2009-2010. Quindi la stagione appena conclusa, con il livello della neve arrivato a 195 centimetri. La maggiore quantità di neve totale caduta si ebbe ancora nella stagione 2013-2014, quando alla fine si arrivò addirittura a oltre dieci metri di neve fresca nel corso dei mesi. Quella caduta in questa stagione supera di poco i cinque metri.

Anche la stazione a Valbondione (900 metri di quota) ha fatto registrare da ottobre 2023 quantitativi record di pioggia: siamo ormai a quasi due metri (1.369 al rifugio Curò), contro i 777 dello stesso periodo nel 2022-2023 o i 672 della stagione 2021-2022. Acqua e neve che ora consentono ai laghetti alpini, dai Laghi Gemelli al Sardegnana, in alta Val Brembana, al Barbellino per fare i nomi dei più noti, di arrivare quasi al colmo dell’invaso. Così se il Barbellino, che ha una capacità di quasi 18 milioni di metri cubi, due anni fa non raggiunse i tre milioni di metri cubi, oggi manca poco perché possa raggiungere la sua capacità massima.

Dopo le recenti e abbondati piogge il suo livello è cresciuto rapidamente; osservando la linea lasciata della vegetazione, infatti, è facilmente intuibile che al punto di massimo invaso mancano ormai solo pochi metri. Ben diversa fu la situazione registrata nel giugno 2022, quando la carenza poteva essere stimata in una trentina di metri. Il calo proseguì anche a luglio fino a portare all’affioramento della vecchia baita che il pastore utilizzava nel suo periodo in alpeggio, prima che venisse terminata la costruzione dell’invaso.

Anche lo scorso anno il calo era stato evidente ma non può tuttavia assumere rilevanza statistica in quanto Enel, dalla metà di giugno e fino a settembre, aveva eseguito alcune opere di manutenzione straordinaria che portarono al suo parziale svuotamento.

I Gemelli separati due anni fa

Analogamente al Barbellino anche alla diga dei Laghi Gemelli manca davvero poco al raggiungimento del massimo livello d’invaso (la sua capacità di ritenzione è di circa 7 milioni di metri cubi). Nel luglio di due anni fa la scarsità di neve e la carenza primaverile di piogge avevano portato al progressivo affioramento dello sperone roccioso in grado di separare la diga in due porzioni ben distinte. Maurizio Nava, il gestore dell’omonimo rifugio, nella circostanza ricordava che «solitamente il fenomeno si manifestava ad inizio primavera, dopo il rilascio di acqua effettuato da Enel. Nel periodo estivo riveste invece carattere di eccezionalità visto che non succedeva da vent’anni». Ben diversa la situazione alla diga del Fregabolgia dove i lavori di manutenzione, iniziati nell’autunno dello scorso anno, hanno reso necessario il suo svuotamento

Tra i laghetti naturali (quindi i più attendibili qualora si volesse fare un confronto fotografico) da segnalare invece le repentine variazioni dello Spigorèl, in alta Val Sedornia. Trovandosi in un ambiente carsico, il suo livello risulta infatti totalmente dipendente dalla frequenza e intensità delle piogge; a metà del mese scorso risultava completamente pieno, nel giugno del 2022 si poteva invece camminare sul suo fondale essendo presente solo una piccola pozzanghera.

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