Stagni in secca, è strage di anfibi: tour per i bimbi con l’ornitologo Bassi

Alzano Tour lungo il Serio con l’ornitologo Bassi. «Un dramma per questi animali: muoiono di sete a pochi metri dal fiume». Effetti a cascata su rapaci e rettili. Ripristinare le zone umide per favorire la sopravvivenza.

Crisi idrica e ecosistema. La ricaduta è pesante. A pagarne il prezzo più alto sono tutte quelle specie legate all’acqua, in particolare pesci e anfibi. Enrico Bassi naturalista, esperto ornitologo del Parco dello Stelvio a cui è stato conferito il premio «Ornitologo dell’anno 2021», alzanese di nascita classe 1976, fa il punto della situazione. Lo abbiamo incontrato ad Alzano nei panni di guida alla camminata lungo le sponde del fiume Serio alla scoperta degli animali selvatici e delle loro tracce fino al torrente Lujo e all’Oasi Naturalistica «Saletti» di Nembro.

Le minacce per le specie più «invisibili»

L’escursione rientra nell’ambito del progetto «Bioblitz: esploratori della Biodiversità per un giorno 2022», proposto dalla Regione Lombardia con il sostegno del Parco dei Colli di Bergamo in collaborazione con il Parco locale di Interesse Sovracomunale Plis «Naturalserio e Piazzo». Bassi va subito al nocciolo della questione. non tanto quella ambientale, che è sotto gli occhi di tutti, bensì quella faunistica. «Tralasciando la miriade di problematiche ambientali che minacciano la natura su scala globale – tiene subito a precisare scientificamente – quelle maggiori e più diffuse sono relative alle specie più “invisibili” che rappresentano il popolo degli stagni, delle pozzanghere, delle aree lacustri: gli anfibi».

E passo dopo passo ci si incammina da Alzano Lombardo lungo la riva del fiume alla ricerca di rane, rospi e altre specie di animali quali uccelli, insetti e mammiferi. «Questa siccità prolungata, segnata da alcuni anni di carenza di acqua dovuta al cambiamento climatico – spiega Enrico Bassi con la competenza acquisita con anni di lavoro per la salvaguardia e tutela della fauna – penalizza fortemente le diverse specie animali, soprattutto quelle indissolubilmente legate agli ambienti acquatici almeno in una parte del loro ciclo vitale come anfibi, libellule, il cui successo riproduttivo è pesantemente influenzato dal perdurare di questa critica situazione che, se protratta per alcuni anni consecutivi, potrà determinare fenomeni di forte riduzione fino all’estinzione locale. Mai come oggi è evidente che la siccità amplifica le già tante problematiche prodotte da altre cause quali la frammentazione ambientale, le barriere ecologiche prodotte dalle strade, la cementificazione e l’inquinamento. I primi a pagarne il prezzo sono proprio gli anfibi che, essendo poco mobili, vengono pesantemente colpiti dagli interventi massicci dell’uomo sul territorio. Poiché essi utilizzano piccoli corsi d’acqua separati dal fiume per deporre le uova e fare sviluppare i loro girini, per via della siccità essi possono vanificare completamente il loro sforzo riproduttivo. Usando una provocazione, è come se questi animali “morissero di sete” a pochi metri dall’acqua».

«Questa siccità prolungata, segnata da alcuni anni di carenza di acqua dovuta al cambiamento climatico – spiega Enrico Bassi con la competenza acquisita con anni di lavoro per la salvaguardia e tutela della fauna – penalizza fortemente le diverse specie animali, soprattutto quelle indissolubilmente legate agli ambienti acquatici almeno in una parte del loro ciclo vitale come anfibi, libellule, il cui successo riproduttivo è pesantemente influenzato dal perdurare di questa critica situazione che, se protratta per alcuni anni consecutivi, potrà determinare fenomeni di forte riduzione fino all’estinzione locale»

Questa problematica è ancor più evidenziata dalla siccità che sta colpendo il nostro territorio e tutta la valle Padana, ormai sin dall’inverno scorso, andando a compromettere l’ecosistema fluviale e le sue sponde (le piogge di questi ultimi giorni hanno offerto un po’ di sollievo climatico, ma non hanno certo risolto il deficit di apporto idrico).

Il ripristino delle zone umide

«Bisogna ripensare il nostro stile di vita – auspica Bassi – poiché sarà sempre più necessario economizzare l’acqua, favorendo interventi mirati di ripristino delle zone umide. Nei giardini anche privati si possono realizzare piccoli stagni per permettere agli uccelli di trovare acqua, alle libellule di bere, alle api di bagnarsi. Ricreare una fitta rete di piccole zone umide interconnesse per permettere alle rane, ai rospi di migrare, rifugiarsi e riprodursi. Un buon successo riproduttivo di queste specie acquatiche produrrà, a cascata, una serie di effetti benefici su altri animali che se ne nutrono quali aironi, rapaci e rettili».

Le buone prassi in Valle Seriana

In Valle Seriana si registrano i primi importanti esempi di consapevolezza ambientale finalizzati all’incremento della biodiversità faunistica. «A Ranica – sottolinea con soddisfazione l’ornitologo – in località Viandasso grazie alla lungimiranza di un privato, sono stati realizzati tre grandi stagni di oltre un ettaro interconnessi al fiume e ad altri due piccoli stagni posti al confine con Alzano finanziati dall’amministrazione comunale di Ranica con un contributo della Fondazione Cariplo. Anche Nembro, primo ad aver creduto nell’importanza di questi interventi, ha creato un’ampia zona umida nell’area naturalistica “Saletti” che rappresenta una vera risorsa per la conservazione di numerose specie animali e vegetali».

Il percorso di sensibilizzazione dei più piccoli

Ore 9 di un’assolata domenica, la penultima di fine luglio al Tiro a Segno di Alzano si parte per la camminata alla scoperta degli animali selvatici e delle loro tracce lungo le sponde del fiume Serio e del torrente Lujo. Pronti a sfidare la calura che non molla nemmeno nelle ore mattutine, 30 appassionati di flora e fauna che alla guida del naturalista ornitologo Enrico Bassi vestono i panni di esploratori della Biodiversità del progetto «Bioblitz» promosso dalla Regione Lombardia. In testa al gruppo una decina di bambini, la più piccola Cristina di 3 anni. E sono proprio loro la forza trainante catturati dal volo delle garzette, degli aironi cenerini, delle cornacchie grigie, dal canto del picchio verde e della capinera; dai colori delle farfalle e libellule e dalle ragnatele tra i rovi. Affascinati dalle spiegazioni dell’ornitologo Enrico Bassi, abile guida nel sollecitarli all’osservazione degli uccelli in natura rispondendo a tutte le loro curiosità con parole loquaci e stimolanti con il supporto della naturalista Gloria Ramello e ammaliati dal birdwatching con vedute ravvicinate da binocoli e cannocchiali.

Pietro dodicenne di Torre Boldone è già un attento conoscitore e ha l’occhio allenato alla ricerca degli uccelli. Una passione, oltre quella della mountainbike coltivata nei tour naturalistici. Infatti, è già attivo sulla piattaforma di Citizen Science (www.inaturalist.org), la banca dati mondiale della Biodiversità, accessibile a chiunque voglia dare o ricevere informazioni. A lui, dunque, adolescente predestinato ornitologo, il compito di raccogliere i dati emersi durante la camminata che ha fatto tappa anche a uno stagno prosciugato dal sole nonostante volontari e lo stesso Bassi abbiano fatto la spola per immettere acqua e cercare di salvare 30 girini di rospo smeraldino. Ma sotto le zolle rimaste umide i bambini trovano ancora delle larve di libellule sopravvissute. Allora fanno a gara per immettere acqua e salvare tutti gli animaletti cosiddetti invisibili che vivono in stagni e pozze. Alla fine del tour in località Acqua dei buoi a Nembro, Pietro tira le somme attorniato da Anastasia, Elia, Enea, Michele, Federica, Andrea, Rocco e Pietro ed ecco i dati del censimento della camminata da inserire nella piattaforma «iNaturalist»: in soli ottocento metri di camminata sono state avvistate ben 16 specie di uccelli; 2 specie di libellule; 2 di farfalle; 2 di ortotteri (grilli e cavallette) e 3 di mammiferi (volpe, faina e coniglio selvatico).

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