«Sono stato operato e sto bene». Nicoli al telefono: «Non ho avuto il tempo di reagire»

IL RACCONTO. Nicoli, 38enne, è originario di Gandino ma vive a Bergamo dove insegna all’Università di Bergamo. Arrivato a Tel Aviv mercoledì scorso, era la sua prima volta nella cittadina. «Non ho avuto il tempo di reagire».

Dice di stare bene e conferma la dinamica dell’attentato avvenuto a Tel Aviv. Roberto Ncoli ha 39 anni: «Sono stato operato ad una gamba per una frattura e ho qualche escoriazione qua e là» dice dall’ospedale dove lo abbiamo raggiunto telefonicamente.

«Stavo passeggiando e all’improvviso ho visto una macchina bianca sfrecciare, veniva proprio verso di me, volutamente. Mi ha preso in pieno. Non ho avuto il tempo di reagire, non ho potuto fare nulla» ha confermato.

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Colpito a una gamba

Nicoli è originario di Gandino ma vive a Bergamo dove insegna tedesco per l’Università degli Studi di Bergamo. Arrivato a Tel Aviv mercoledì scorso, era la sua prima volta nella cittadina. Secondo quanto raccolto, Nicoli ha riportato nell’attentato una gamba rotta con una frattura scomposta, tibia e perone: il bergamasco è stato operato e ora è convalescente.

Nicoli ha visto la macchina ma non ha fatto a tempo di reagire: «Non era uscita di strada per qualche motivo, l’ha fatto volontariamente. Sono rimasto comunque vigile, ma la botta è stata violenta». Con lui anche «altre persone sono state colpite - ha detto Nicoli - Non conoscevo il deceduto, non eravamo nello stesso gruppo di persone. Invece un amico che era con me ha avuto alcune contusioni; il mio amico Luca se l’è cavata con qualche botta, gli altri sono rimasti illesi. Nel nostro gruppo di amici sono io quello che se l’è vista più brutta».
Ancora non si conosce la data delle dimissioni, il bergamasco ora resterà in ospedale a Tel Aviv in attesa di un aggiornamento delle sue condizioni.

L’attività della Farnesina

La Farnesina sta tenendo monitorata la situazione: «Nella serata di venerdì 7 aprile un vile attentato terroristico ha tragicamente colpito Tel Aviv provocando la morte del cittadino italiano Alessandro Parini e il ferimento di altri due connazionali» ha scritto in un comunicato.

«Immediatamente informato dell’accaduto, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha subito attivato l’Ambasciata d’Italia in Israele affinché prestasse ogni assistenza necessaria ai feriti, ai famigliari e agli amici».

«In tarda serata Il Vice Premier, che ha tenuto costantemente informato il Presidente del Consiglio circa gli sviluppi della situazione, ha parlato con il padre della vittima per esprimere le più sentite condoglianze del Governo e assicurare la massima assistenza delle Istituzioni».

«Sin dai primi momenti in continuo raccordo con l’Unita’ di Crisi, l’Ambasciata ha stabilito un contatto telefonico con gli amici della vittima e con i feriti, offrendo tutto il supporto e l’assistenza occorrenti, d’intesa con le autorità locali. I funzionari dell’Ambasciata si sono prontamente recati negli ospedali dove erano ricoverati i feriti, stando al loro fianco durante la notte e garantendo che fossero assicurate loro tutte le cure necessarie, grazie a uno stretto coordinamento con i vertici degli ospedali coinvolti. Al tempo stesso, si è proceduto ad aiutare tutti i connazionali testimoni dell’attentato, accompagnandoli al locale Commissariato di polizia e assicurando loro ogni sostegno nelle loro dichiarazioni all’autorità giudiziaria».

«Sabato 8 aprile, l’Ambasciatore d’Italia in Israele Sergio Barbanti ha incontrato gli amici della vittima, offrendo le proprie condoglianze. Gli amici della vittima e uno dei due feriti sono stati successivamente accompagnati in aeroporto, scortati in ogni momento da funzionari della nostra Ambasciata e dalle autorità locali, per permettere loro di rientrare in Italia con il primo volo disponibile».

Contestualmente, l’Ambasciata si è occupata di coordinare, assieme alle autorità locali, lo svolgimento di tutti gli adempimenti necessari per un rientro in tempi rapidi della salma. Inoltre, i funzionari italiani hanno coordinato l’arrivo in Israele del famigliare di uno dei connazionali feriti, assistendolo prontamente sin dal momento dello sbarco e accompagnandolo immediatamente in ospedale, assicurando così l’immediato ricongiungimento con il ferito.

«In serata l’ambasciatore Barbanti si è recato insieme al Ministro degli Esteri dello Stato di Israele Eli Cohen presso l’ospedale Ichilov, dove è tuttora ricoverato Nicoli. Il Ministro degli Esteri israeliano ha già voluto esprimere il cordoglio suo e di tutto il popolo di Israele per i gravissimi fatti, nonché rappresentare vicinanza ai feriti e alle loro famiglie».

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