Cronaca / Valle Seriana
Domenica 24 Novembre 2024
Soccorso alpino, sempre più giovani volontari
SETTANTESIMO ANNIVERSARIO. Il delegato Marco Astori dal 1° gennaio lascia dopo due mandati: «Bergamo in controtendenza, in sei anni trenta addetti in più».
La VI Delegazione Orobica va in controtendenza: rispetto ai dati nazionali, negli ultimi 3-4 anni il numero dei volontari del Soccorso alpino è aumentato e la maggior parte sono giovani. Lunedì 25 novembre il delegato Marco Astori, dopo due mandati, lascerà e ci sarà l’elezione del suo successore che entrerà in carica ufficialmente il 1° gennaio 2025. Astori è stato il delegato più giovane, eletto a 39 anni il 1° gennaio 2019, e ha dovuto affrontare anche gli anni difficili del Covid. Tra poche settimane si festeggia anche il 70° anniversario della fondazione del Cnsas, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Spelelogico, nato proprio nella nostra provincia, a Clusone, il 12 dicembre 1954: in una cerimonia a Roma il Corpo riceverà la medaglia d’oro al valor civile.
Nella nostra provincia ci sono sette stazioni: Valle Brembana, Valle Imagna, Oltre il Colle, Media Valle Seriana, Clusone, Schilpario e Valbondione. «Abbiamo circa 140 volontari – spiega Astori – e a differenza di quello che succede a livello nazionale, siamo riusciti a coinvolgere molti giovani, soprattutto dopo il Covid.
Aumentati gli interventi, perché dopo il Covid la gente ha riscoperto la montagna
Sei anni fa, quando sono stato eletto delegato, erano circa 110, ora ne abbiamo una trentina in più e la situazione è più che positiva. Certo, sono anche aumentati gli interventi, perché dopo il Covid la gente ha riscoperto la montagna che è tornata ad essere meta di svago, passeggiate, mangiate nei rifugi. Questo ha fatto sì che si moltiplicassero gli infortuni, le cadute, i malori, i soccorsi legati all’inesperienza e alla non conoscenza dei luoghi».
I numeri del Soccorso alpino 2023
Il bilancio del 2023 parla di 346 interventi, 61 in più rispetto al 2022 e 87 in più rispetto al 2021. «Tanti sono gestiti dalla sala operativa Soreu con l’elisoccorso, con due elicotteri abilitati anche per il volo notturno, che hanno permesso un miglioramento della copertura in montagna e l’agevolazione dell’attività di soccorso, con il minor impiego di uomini a piedi. Anche solo per accompagnare qualcuno che ha perso l’orientamento bisogna far partire una squadra di 3-4 persone, mentre con l’elicottero è tutto più veloce.
Tanta gente pensa che basti avere un cellulare e Google Maps per andare in montagna
C’è anche da dire che la tecnologia in continua evoluzione ha provocato anche l’effetto opposto: tanta gente pensa che basti avere un cellulare e Google Maps per andare in montagna. In quest’ultimo periodo abbiamo anche avuto problemi con gli alert delle app, come quelle che controllano il battito cardiaco. L’alert parte in automatico perché il battito aumenta per via dello sforzo fisico, l’escursionista nel frattempo entra in un punto in cui il telefono non prende più e le squadre partono per andare a soccorrerlo. Quando poi il telefono torna raggiungibile e le squadre arrivano, scoprono che la persona sta bene e non ha bisogno di aiuto. Ci sono arrivati tre falsi allarmi negli ultimi tre mesi. E magari i volontari stavano cenando con le famiglie e sono dovuti andare via in fretta e furia. Ma d’altra parte non puoi sapere prima se è un allarme vero o no».
Selezione per gli aspiranti volontari
Per entrare nel Soccorso alpino c’è già una selezione in partenza: «Gli aspiranti volontari devono già sapere andare in montagna, arrampicarsi, sciare, padroneggiare una serie di discipline. Devono possedere un buon livello tecnico in tutti i settori dell’alpinismo, estivo e invernale e superare le prove di ammissione. Abbiamo una piccola parte di componente femminile, circa il 10%, ma quelle che abbiamo sono davvero in gamba. La nostra forza è la conoscenza del territorio: per quante tecnologie possiamo avere oggi a disposizione, niente vale più di un capostazione che conosce a memoria sentieri e canali e sa capire, dalle poche indicazioni che un disperso è in grado di fornire, dove andare a cercarlo. Su alcune attività come le ricerche dei dispersi in montagna collaboriamo con i Vigili del fuoco e la Guardia di finanza. Con quest’ultima è stato firmato un protocollo a livello nazionale».
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