Siccità: scorte d’acqua sotto il 50%, centrali idroelettriche ferme

L’allarme Riserve lombarde inferiori del 57% rispetto alla media di questo periodo. In pausa gli impianti di Parre, Piario e Villa d’Ogna.

Piove sul bagnato, si dice quando una situazione complicata non arriva mai da sola. Eppure sono in molti che, auspicando piogge abbondanti, risponderebbero con un beneaugurante «Magari». I livelli dei fiumi Adda, Brembo e Serio e del lago d’Iseo sono ormai scesi a livelli preoccupanti: secondo l’ultimo bollettino delle riserve idriche dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, le scorte d’acqua lombarde presenti nei laghi naturali, nei bacini artificiali e nella neve accumulata su monti, sono inferiori del 57% rispetto alla media di questo periodo. La siccità sta acuendo la crisi del settore energetico nazionale: alle difficoltà di approvvigionamento del metano utilizzato, oltre che per il riscaldamento e per il funzionamento delle industrie, come combustibile delle centrali termoelettriche, si potrebbe rispondere con un incremento della produzione idroelettrica. Tuttavia l’acqua nei fiumi non c’è, e le centrali si devono fermare.

Difficoltà anche nella Bergamasca

Succede anche in provincia di Bergamo. Lo conferma Massimo De Petro, Ceo di Geogreen, gruppo nato nel 2000 come fornitore unico di energia per RadiciGroup, che può contare su sei centrali idroelettriche: due in Piemonte, tre lungo l’asta del Serio (Parre, Piario e Villa d’Ogna) e una sul Brembo (Lenna). «I tre impianti sul fiume Serio – spiega il manager – sono fermi, mentre quello del Brembo produce un quarto dell’energia che solitamente produce in questo periodo dell’anno».

«Tra il 2021 e il 2022 invece non ha praticamente nevicato e sono tre mesi che non piove»

Le centrali di Geogreen, grazie a una potenza elettrica complessiva di circa 12 megawatt, sono in grado di sviluppare normalmente una produzione media annua di 60 milioni di kilowattora contribuendo a fare della Bergamasca uno dei territori più idroelettrici d’Italia. In base ai dati di Terna riferiti al 2020, la produzione idroelettrica lorda lombarda pesa a livello regionale per il 23,2% (11.614 Gigawattora su un totale di 50.161) mentre in bergamasca per il 41% (1.256 GWh su 3.023).

«Stagione estremamente difficile»

«Quest’anno però – aggiunge De Petro – stiamo vivendo una stagione estremamente difficile e complicata. Tradizionalmente sono i mesi di gennaio e febbraio ad essere poco redditizi, perché la neve accumulata in montagna è ghiacciata e inizia a sciogliersi soltanto nel mese di marzo. Tra il 2021 e il 2022 invece non ha praticamente nevicato e sono tre mesi che non piove».

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Secondo il bollettino dell’Arpa, il manto nevoso presente nel bacino del fiume Brembo è sotto dell’80% rispetto alla media degli ultimi 15 anni, quello del Serio del 75%. «Ciò significa – riflette il Ceo di Geogreen – che nelle prossime settimane, quando normalmente la neve inizia a sciogliersi, i corsi d’acqua, se continua a non piovere, continueranno a restare in secca. Per questa ragione abbiamo deciso di sospendere l’attività delle tre centrali del Serio: questi impianti si erano già fermati ripetutamente per la scarsità di acqua, abbiamo preferito anticipare i lavori di manutenzione che avevamo programmato per la prossima estate».

«abbiamo deciso di sospendere l’attività delle tre centrali del Serio: questi impianti si erano già fermati ripetutamente per la scarsità di acqua»

Le aziende di Radicigroup nonostante tali difficoltà non hanno problemi di approvvigionamento: il mix energetico nazionale per ora consente di sopperire al calo della produzione idroelettrica.

Il 35% della potenza nazionale

In prospettiva però è il sistema-Paese che non deve sottovalutare il rischio. Secondo i dati raccolti dal Gse alla fine del 2018, l’Italia ha una potenza complessiva installata per l’idroelettrico pari a 18,94 gigawatt. Un valore che corrisponde più o meno al 35% della potenza nazionale da fonti green. In termini di energia prodotta, sempre a fine 2018, il computo annuo per l’idroelettrico ha raggiunto i 48,8 terawattora, pari a poco più del 15% del fabbisogno energetico nazionale e al 43% della produzione da fonti rinnovabili.

Secondo l’Arpa negli invasi artificiali a monte del fiume Oglio il livello dell’acqua è sotto del 66% rispetto alla media registrata in questo periodo fra il 2006 e il 2020

Le sei centrali di Geogreen funzionano tutte ad acqua fluente e non hanno invasi artificiali per essere alimentate; i bacini ad alta quota appartengono, solitamente, a grandi gruppi come Enel e Edison. Anche questi però rischiano di restare a secco: secondo l’Arpa negli invasi artificiali a monte del fiume Oglio (le opere ciclopiche costruite in Valle Camonica) il livello dell’acqua è sotto del 66% rispetto alla media registrata in questo periodo dell’anno fra il 2006 e il 2020.

«L’attuale siccità penalizza tutte le centrali idroelettriche, ma basta spostarsi verso la pianura per capire che il problema investirà altri settori»

«L’attuale siccità – conclude De Petro – penalizza tutte le centrali idroelettriche, ma basta spostarsi verso la pianura per capire che il problema investirà altri settori. Anzitutto l’agricoltura, poi le industrie che consumano molta acqua all’interno dei loro cicli produttivi, penso alle cartiere o alle aziende del petrolchimico, ma anche le centrali termoelettriche: bruciano gas metano per produrre energia elettrica, ma devono consumare anche molta acqua per tenere raffreddati e sicuri i propri impianti». Piove sul bagnato insomma, e di acqua a questo punto ne servirebbe davvero tanta.

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