Cronaca / Valle Seriana
Mercoledì 28 Agosto 2024
Panettiere di Pradalunga annega a 33 anni mentre fa snorkeling nei mari indonesiani
IL DRAMMA. Matteo Bergamelli era in vacanza alle isole Gili: vani i soccorsi delle persone sull’imbarcazione. Le autorità locali hanno disposto l’autopsia. Lascia i genitori e un fratello. Lavorava all’Esselunga di Nembro.
Che cosa sia accaduto di preciso lo stabilirà l’autopsia, che le autorità indonesiane hanno già disposto. Quel che è certo, finora, è che un bergamasco di 33 anni, Matteo Bergamelli, è morto annegato mentre faceva snorkeling alle isole Gili, paradisiaco arcipelago caratterizzato da una invidiabile barriera corallina e da un progetto di ripopolamento delle tartarughe marine.
L’accaduto
Proprio ciò che Bergamelli stava osservando domenica 25 agosto a filo dell’acqua con il boccaglio – questo prevede appunto lo snorkeling –, quando qualcosa è andato storto: un malore, un errore, un problema al boccaglio stesso. Lo stabilirà, come detto, l’autopsia. I primi a soccorrere il turista bergamasco sono stati gli altri partecipanti all’uscita in barca per raggiungere i punti dove poter osservare flora e fauna subacquee: sei persone, tra cui anche un medico, che hanno dato subito l’allarme.
Non è noto se in quel punto l’acqua fosse profonda e se Matteo sia finito sotto: sarebbe comunque stato visto in difficoltà, prima di perdere i sensi e venire poi recuperato e rianimato quando ormai era probabilmente troppo tardi. Matteo Bergamelli di professione era da anni panettiere all’Esselunga di Nembro e praticamente fino a prima della partenza, avvenuta lo scorso 17 agosto, residente in via Fara 29 a Pradalunga con i genitori e il fratello, dopo la vacanza – sarebbe dovuto rientrare il 2 settembre – si sarebbe trasferito a vivere a Bergamo, in zona Borgo Palazzo, dove aveva già preso residenza e casa.
Il viaggio
Nato il 3 aprile del 1991, single, amante dei viaggi e della natura, Matteo era in Indonesia senza parenti né conoscenti, ma certo che avrebbe fatto nuove amicizie durante la vacanza.
La speranza è che giovedì 5 settembre mamma e fratello possano tornare in Italia con il feretro di Matteo e poter quindi provvedere a organizzare i funerali, che saranno presumibilmente fissati per la fine della prossima settimana.
Invece in pochi attimi, e mentre era immerso in uno dei mari più belli del mondo, il viaggio si è trasformato in una tragedia. Ad avvisare i genitori di Bergamelli sono stati, lunedì 26 agosto, i carabinieri della stazione di Albino: i militari dell’Arma si sono presentati alla porta della villetta a schiera e hanno purtroppo informato mamma e papà di quanto era avvenuto a Matteo a quasi dodicimila chilometri da casa. Ad avvisare i carabinieri è stata l’ambasciata italiana in Indonesia. Questo appunto perché Matteo si trovava in viaggio da solo.
Le autorità locali indonesiane vogliono vederci chiaro e prima di dare il nulla osta alla restituzione della salma cercheranno delle risposte nell’autopsia.
Del caso è stata informata anche la Farnesina, che è in stretto contatto con le autorità dell’ambasciata italiana a Giacarta. La mamma e il fratello di Matteo hanno già provveduto a richiedere il passaporto e domenica partiranno per l’Indonesia, dove rimarranno fino a giovedì prossimo per seguire le complesse pratiche di rimpatrio della salma del trentatreenne. Per l’iter e la burocrazia internazionale serviranno infatti almeno una decina di giorni: la speranza è che giovedì 5 settembre mamma e fratello possano tornare in Italia con il feretro di Matteo e poter quindi provvedere a organizzare i funerali, che saranno presumibilmente fissati per la fine della prossima settimana.
Le autorità locali indonesiane pare infatti vogliano vederci chiaro e prima di dare il nulla osta alla restituzione della salma cercheranno delle risposte nell’autopsia.
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