Omicidio di Nembro, il figlio interrogato in ospedale: «Sentivo delle voci»

LA TRAGEDIA. Matteo Lombardini, il 35enne con problemi psichici che il 28 ottobre a Viana ha ucciso il padre e ferito gravemente la madre, è stato interrogato dal gip. Arresto convalidato, disposto il collocamento in una casa di cura.

«Sentivo delle voci che mi dicevano: ammazza». Matteo Lombardini, il 35enne di Nembro che il 28 ottobre ha ucciso il padre Giuseppe e ferito gravemente la madre Maria Angela nella loro casa a Viana di Nembro, lo ha dichiarato al gip Stefano Storto durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto martedì 31 ottobre in una stanza di sicurezza dell’ospedale Papa Giovanni dove il giovane è ricoverato per i suoi problemi psichici. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto come misura cautelare il collocamento in una casa di cura. Lo stesso difensore, l’avvocato Marco Avilia, lo aveva del resto fatto notare al gip: «Il mio assistito ha bisogno di cure e non di punizioni».

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Lo stesso 35enne si era reso conto che riusciva a controllarsi con sempre maggiori difficoltà. Tanto che quattro giorni prima dell’omicidio aveva chiesto all’ospedale di Alzano di essere ricoverato. Ai medici, ha spiegato al gip, aveva raccontato che le voci di padre e madre da tempo gli davano fastidio. Non c’erano però i presupposti clinici per ricoverarlo e quindi era stato dimesso con una cura e la prescrizione di rivolgersi al Cps (il 35enne, che era anche in cura da uno specialista privato, lo aveva fatto). Un motivo scatenante dell’omicidio non c’è, ha fatto intendere Matteo Lombardini, se non la sua malattia. Ora il pm Antonio Pansa e la difesa potrebbero chiedere al gip una perizia psichiatrica.

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