Nembro, uccise il padre e ferì la madre: assolto il figlio per incapacità

IN TRIBUNALE. Non punibile per incapacità di intendere e volere al momento del fatto. Matteo Lombardini, 36 anni, di Nembro, a processo per l’omicidio del padre e il tentato omicidio della madre, venerdì 14 febbraio è stato assolto dalla Corte d’assise presieduta da Patrizia Ingrascì (a latere Elena Kildani).

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La Corte d’assise ha disposto che l’imputato rimanga per un minimo di 10 anni nella Rems di Castiglione delle Stiviere dove è attualmente ricoverato.

L’omicidio nel 2023

Il 28 ottobre del 2023 nell’abitazione di Viana il giovane, che era in cura da una psichiatra, con un coltello da cucina aveva sferrato almeno cinque fendenti al padre Giuseppe, pensionato di 72 anni. La madre Maria Angela, uditi urla e trambusto, era accorsa. «Ho ucciso il papà e adesso uccido anche te», aveva esclamato lui. «Sono già morta dentro», aveva risposto lei prima di essere colpita a con lo stesso coltello a nuca, gola, addome, mani e volto. Lombardini aveva spiegato di aver sentito delle voci che lo incitavano a uccidere il padre.

Lo stesso pm Giancarlo Mancusi ha chiesto l’assoluzione per l’incapacità di intendere e volere, con ricovero in Rems per un tempo senza limiti di durata. Stessa richiesta (ma con il minimo di legge sulla durata della misura) per il difensore, l’avvocato Marco Avilia, che ha invocato la derubricazione del tentato omicidio e la conseguente assoluzione da questa contestazione per mancanza di querela.

La richiesta di ricovero prima del delitto

Il legale ha anche rimarcato che «sarebbe stato opportuno un approfondimento investigativo sulla responsabilità dei sanitari». Quattro giorni prima Lombardini si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Alzano in preda a «uno stato di tensione emotiva intensa», chiedendo di essere ricoverato. Era invece stato dimesso dopo che il medico aveva messo a verbale che il paziente «riesce a controllare gli impulsi di aggressività eterodiretta, per il momento». La Corte d’assise non ha però ritenuto di trasmettere gli atti al pm.

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