Negozi di montagna a rischio: a Schilpario la piazza si svuota

VALLE DI SCALVE. Negli ultimi anni hanno chiuso 6 attività. Resistono solo in 3. «Manca il ricambio generazionale».

Il turismo che cresce e la piazza che si svuota. Schilpario, che vanta il prestigio storico di capitale del turismo della Val di Scalve, si sta trasformando. A partire dal suo cuore nevralgico, piazza Angelo Maj. In questi giorni la chiesa è imbrigliata dai ponteggi per i lavori di ristrutturazione, le serrande degli esercizi commerciali esposti sulla piazza sono invece abbassate da tempo. Nel giro di poche decine di metri, negli ultimi anni hanno chiuso tre bar, una macelleria, una forneria e un negozio di vestiti.

C’è chi resiste. Come l’edicola «Petali e pensieri», che vende anche articoli regalo e fiori. «Sicuramente la piazza di un paese di montagna con tutto chiuso è squallida – raccontano i gestori, Emma Cossolini e il figlio Luca –. Noi lavoriamo, non ci lamentiamo, ma la mancanza di bar e attività porta la gente a spostarsi verso altre parti del paese». I due introducono il problema segnalato da molti per il turismo del paese. «Mancano le strutture ricettive: ci sono tante seconde case, ma molti cercano gli alberghi».

Sempre all’imbocco della piazza hanno le serrande alzate anche un panificio e il negozio di prodotti tipici Morelfungo. «Sono qui dagli anni ’80, ma le cose ultimamente non vanno bene – riferisce Massimo Pizio –. Molte attività chiudono e l’immagine del paese è scadente, proprio nel punto che dovrebbe essere il suo fiore all’occhiello. Il lavoro è poco».

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