Le «mille bolle blu» nei laghetti delle Orobie, tra chimica e magia - Foto

LA CURIOSITÀ. Con l’arrivo dei primi freddi si registra il suggestivo fenomeno delle «bolle di ghiaccio», che molto spesso sono disposte su diversi piani all’interno del volume di acqua in via di progressivo congelamento.

Con l’arrivo dei primi freddi sulle Orobie, in quota la superficie dei piccoli laghetti sta gradualmente ghiacciando, mentre in quelli di medie e grandi dimensioni il processo richiede molto più tempo. Bisognerà aspettare il grande freddo, se e quando arriverà. Agli escursionisti che salgono in quota e ammirano i piccolo specchi d’acqua può quindi capitare di imbattersi nel suggestivo fenomeno delle «bolle di ghiaccio», che molto spesso sono disposte su diversi piani all’interno del volume di acqua in via di progressivo congelamento.

Alle origini del fenomeno

Uno spettacolo affascinante. Senza entrare nel merito del complesso processo chimico all’origine delle formazioni, numerosi studi hanno stabilito che queste si creano quando i batteri che vivono sul fondale lacustre si nutrono della materia organica presente e in via di decomposizione, liberando gas metano.

Se il freddo fa sentire la sua azione per più giorni, lo spessore del ghiaccio tende naturalmente ad aumentare inglobandone nuove bolle, ma a un piano inferiore rispetto ai precedenti e dando forma a queste particolari figure geometriche

Questo favorisce la formazione di «bolle» - per lo più di dimensioni millimetriche - che tendono a risalire verso la superficie del lago, ma una volta a contatto con gli strati più freddi dell’acqua si fermano. Se il freddo fa sentire la sua azione per più giorni, lo spessore del ghiaccio tende naturalmente ad aumentare inglobandone nuove bolle, ma a un piano inferiore rispetto ai precedenti e dando forma a queste particolari figure geometriche. Se la superficie del lago ghiacciato sarà priva di increspature, la loro visione risulterà quasi immediata. Una delle tante curiosità delle terre altissime.

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