Lago Malgina, una sorpresa: la neve resiste ancora

OROBIE. In quest’estate torrida con temperature record anche in quota che hanno sciolto quasi ovunque il manto bianco, si salva il piccolo specchio d’acqua a 2.540 tra Valbondione e Valtellina.

Come confermano i dati elaborati dalle stazioni del Centro meteo lombardo, il mese di agosto si è chiuso con temperature elevate anche in quota. Valori massimi ben superiori alla media del periodo quindi, non solo nelle nostre zone di pianura (34,2 gradi a Mozzanica, 34 a Brignano, 33,6 a Fontanella, per citarne alcune) ma anche oltre i 2000 metri: 19,5 al rifugio Curò, 20 a Capanna 2000 e 19 al rifugio Passo San Marco.

Si tratta quindi di valori eccezionalmente elevati che per l’intero mese hanno contribuito allo scioglimento della quasi totalità della neve ancora presente in quota, che rimane ormai relegata nei depositi terminali dei canali di accesso posti sui versanti nord delle vette più alte. Il lago dei Tre Confini malgrado la sua posizione a 2.740 metri di quota, per citare un esempio, si pensava potesse conservare una piccola porzione di ghiaccio se si considera che domenica 11 agosto ne era ancora completamente ricoperto ma, a causa di queste temperature anomale, in una dozzina di giorni non ne è più rimasta traccia.

Il Lago alto della Malgina

Risulta invece ancora completamente sommerso dalla neve - probabilmente l’ultimo rimasto in queste condizioni sul versante bergamasco delle Orobie, a 2.540 metri di quota - il piccolo specchio d’acqua conosciuto come «Lago alto della Malgina» nel quale dovrebbero imbattersi gli escursionisti diretti al Pizzo Del Diavolo, montagna di 2.926 metri che segna il confine tra Valbondione e la Valtellina.

Si trova alla base del lungo pendio che culmina con la vetta della montagna e nel periodo primaverile, anche a fronte dell’esposizione a sud del versante, non mancano i distacchi di neve con conseguenti accumuli

Benché la zona sia tra le più generose dal punto di vista delle precipitazioni nevose, la motivazione del suo mancato affioramento sarebbe però da ricercarsi nella particolare posizione orografica: il laghetto si trova infatti alla base del lungo pendio che culmina con la vetta della montagna e nel periodo primaverile, anche a fronte dell’esposizione a sud del versante, non mancano i distacchi di neve con conseguenti accumuli proprio nell’area coincidente con la sua posizione.

L’estate del 2022

Nella torrida estate del 2022, che portava in dote le irrisorie nevicate primaverili ed in cui l’azione della bolla calda africana si manifestò in tempi più precoci rispetto a quelli attuali, questo era già visibile e privo di ghiaccio il 25 di giugno. Proprio la scarsa disponibilità di acqua, garantita generalmente dallo scioglimento della neve accumulata in inverno o dalle piogge primaverili, portò a numerose difficoltà logistiche in alcuni rifugi che usufruiscono delle centraline idroelettriche per la produzione dell’energia, come ad esempio il Merelli al Coca oppure il Brunone, entrambi sul territorio di Valbondione. Problemi di approvvigionamento idrico erano poi stati segnalati dagli stessi gestori anche all’inizio della scorsa stagione sebbene le criticità non fossero da paragonare a quelle riscontrate nell’estate del 2022.

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