
Cronaca / Valle Seriana
Martedì 11 Marzo 2025
La baita Zuccotto sepolta dalla neve. Ma non come nel 2014, anno record
OROBIE. Il confronto fotografico degli ultimi anni conferma stagioni altalenanti. Intanto, attenzione al rischio valanghe.
Il nuovo bollettino di Arpa Lombardia indica che i nuovi accumuli, più pericolosi soprattutto oltre i 1800 metri di quota, presenteranno un consolidamento da moderato a debole su molti pendii ripidi. Il pericolo valanghe risulterà pertanto marcato (grado 3 su una scala di 5) su Alpi Retiche, Adamello e Orobie. Il distacco sarà possibile già con un debole sovraccarico generando valanghe di medie e grandi dimensioni. L’attività valanghiva spontanea sarà in progressivo aumento durante la nevicata con fenomeni di dimensioni medio grandi; le temperature minime saranno in lieve rialzo, le massime stazionarie.
Il confronto fotografico degli accumuli di neve
Con l’arrivo della primavera meteorologica intanto è ormai tempo di bilanci per capire quale sia lo spessore residuo del manto nevoso in quota. Partendo dai dati elaborati dalla Fondazione Cima, si possono comprendere le differenze di spessore riscontrate alla baita Zuccotto, in Alta Val Sedornia. Il luogo scelto per questi abituali scatti di inizio primavera si trova a 1713 metri ed è raggiungibile da Gandellino e da Lizzola. La raccolta fotografica relativa agli ultimi anni evidenzia come le stagioni invernali siano state caratterizzate da una marcata altalenanza negli accumuli; l’eccezionalità è rappresentata dal 2014 poiché alla metà di marzo lo spessore raggiungeva ancora i 290 centimetri. Domenica all’esterno della baita se ne potevano misurare circa 90, un quantitativo leggermente inferiore rispetto ai 120 dello scorso anno. Nel 2023 e 2022 andò decisamente peggio: lo spessore del manto nevoso non superò la trentina di centimetri. Dal 2008 ad oggi il mese di marzo con gli accumuli più scarsi fu il 2012 ma con la non trascurabile differenza che i mesi successivi furono caratterizzati da abbondanti precipitazioni. Il parametro di riferimento utilizzato dalla Fondazione Cima è lo Snow Water Equivalent (o equivalente idrico nivale): l’11 febbraio il parametro risultava inferiore del 57% rispetto alla media, nel medesimo periodo, dal 2011 in poi.
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