«Ingegnere aeronautico?
Bello, ma faccio il pastore»

Yuri Zucchelli di Valcanale si è stabilito in Svizzera. Un anno di università, poi la scelta: in alpeggio con le pecore. «È questa la mia strada».

Cosa faccio da grande? Il pastore o l’ingegnere nel settore aeronautico?». Una domanda che si è posto diverse volte Yuri Zucchelli, 22enne di Valcanale di Ardesio ma da tempo residente in Svizzera, e alla quale ha dato la sua risposta definitiva tre anni fa, scegliendo la professione del pastore. «Da quando ho 17 anni – racconta il giovane –, durante l’estate raggiungevo la Svizzera per fare il pastore. Una cosa di qualche mese, per tornare poi ai miei doveri scolastici. Ho frequentato il Liceo aereonautico a Bergamo e, ottenuto il diploma, mi sono trasferito definitivamente in Svizzera, dove mi sono iscritto al corso universitario di ingegneria gestionale con specializzazione aeronautico».

Una passione che ha sempre condiviso con quella per gli animali. «Al termine del primo anno – prosegue –, nonostante i risultati fossero stati buoni, ho deciso di abbandonare la carriera scolastica. La mia strada era quella di fare il pastore. E oggi, a distanza di tre anni, sono felice della scelta fatta. Ho scelto proprio la Svizzera perchè oltre a piacermi l’ambiente in generale, qui funziona tutto meglio rispetto all’Italia. Inoltre qui ho molti amici e conoscenti».

Solo con il cane Franz

Di alpeggio in alpeggio, Yuri trascorre le sue giornate in compagnia di un folto gregge di pecore e del suo cane Franz, un pastore australiano. «Le pecore non sono mie – precisa il 22enne –, le gestisco per conto del proprietario: qui in Svizzera è consuetudine fare così. Durante l’estate il mio gregge è costituito da circa 1.200 capi, e ci stanziamo nella zona del San Gottardo, al confine tra Svizzera tedesca e italiana. Durante la stagione invernale invece mi stabilizzo nel Canton Lucerna, con circa 400 pecore. L’autunno e la primavera sono periodi più morti e posso prendermi qualche pausa». Il tempo per tornare a casa, tra le montagne di Valcanale, o per concedersi qualche giorno di relax lontano dal bestiame.

«Rispetto all’Italia – sottolinea Yuri Zucchelli –, qui viene dato più valore e importanza a questa professione, che è sicuramente impegnativa. I ritmi di lavoro sono scanditi dalla luce del sole: appena schiarisce si parte, sino a che non inizia a imbrunire. In inverno si vive in roulotte, d’estate negli alpeggi. Alla mattina solitamente arriva il capo a dirmi cosa devo fare, poi trascorro gran parte del tempo in solitudine. Non è sempre piacevole, ma spesso passa gente interessata alle pecore con cui scambiare due chiacchiere. Qui parlo italiano in certe zone, in altre inglese e ora inizio anche a capire qualcosina di tedesco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA