Il lupo sulle Orobie, «per ora il turismo non ne risentirà»

LE REAZIONI. Forchini (Promoserio): esemplari lontani e in numero limitato, il problema è per gli allevatori. I cacciatori: territorio antropizzato, difficile convivere.

«I numeri sono decisamente esigui. Al momento che la presenza del lupo possa costituire un deterrente alla frequentazione dei turisti sulle Orobie non viene neppure presa in considerazione. Nessuno ci ha segnalato preoccupazioni in tal senso».A parlare è Maurizio Forchini, presidente di Promoserio, all’indomani della conferma della presenza del lupo nell’area di Gandellino, Gromo e Oltressenda Alta. Qui, all’inizio di marzo, un 37enne di Gandellino aveva raccontato di aver trovato la carcassa di un cervo nel bosco della propria famiglia, ipotizzando l’azione di un lupo. Nei giorni successivi la Polizia provinciale ha monitorato e verificato la predazione. Quindi la certificazione che si è trattato proprio di lupi. Grazie alle fototrappole che hanno ripreso ancora un esemplare a tre zampe già segnalato mesi prima.

Se in altre aree delle Alpi, dal Piemonte al Trentino, iniziano a spuntare cartelli nei boschi e sui sentieri che invitano gli escursionisti a una particolare attenzione per la possibile presenza di predatori, da noi tutto ciò appare prematuro.

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«Il fenomeno va monitorato»

«Il rischio per ora sembra remoto - continua Forchini -. Gli esemplari segnalati sono lontani, probabilmente scesi a valle in questo periodo per la carenza di acqua. Certo, il fenomeno va monitorato. Diversa la situazione, invece, per gli allevatori, per i quali la presenza dei grandi predatori sta diventando un problema serio».

«La preoccupazione tra noi allevatore c’è - dice Aldo Pasini, di Gandellino -. La scorsa estate un lupo mi ha sbranato 12 pecore, me ne sono state risarcite nove. Ci dicono di mettere le recinzioni per difendere il gregge dal lupo. Ma quando centinaia di pecore vengono attaccate sbattono contro le reti e molte restano attorcigliate. La convivenza per noi è difficile: noi viviamo qui, in montagna, in alpeggio, non siamo in città. Ci sarebbe piaciuto, al momento della reintroduzione di questi grandi predatori, essere ascoltati anche noi. Dicono di voler aiutare la montagna, ma poi non ci ascoltano neppure. Io spesso vado in montagna con il nipotino. A volte, quando magari inizia ad annuvolarsi, dico a lui di andare in baita da solo. Ma di questo passo chi si fiderà più?».

La presenza di lupi e orsi sulle Orobie potrebbe, in futuro, diventare un problema anche per il turismo secondo il presidente del Comprensorio venatorio alpino della Valle Seriana, Francesco Bassanelli. «In diverse zone delle Alpi iniziano a comparire i cartelli di attenzione - dice - e allora cosa faranno gli escursionisti o i fungaioli?»

Predatori di cinghiali

«Ci è stato detto che i predatori naturali, lupo e orso, venivano reintrodotti per contrastare l’aumento degli ungulati, quali cinghiali e cervi. Da un lato le richieste dei cacciatori di abbattimento sono sempre ridimensionate, dall’altra si reintroducono predatori naturali che però costituiscono un potenziale pericolo e un danno, soprattutto per gli allevatori. Ricevo costantemente dal Piemonte al Veneto le segnalazioni di allevatori a cui i lupi hanno ucciso ovini ma anche bovini. E ricordiamo che il lupo si ciba di carne fresca: quando attacca un bovino non lo uccide subito, lo azzanna. Perché vorrebbe tornare e trovare di nuovo carne fresca. Così l’allevatore si trova con il bovino morente in attesa che arrivi il veterinario».

«La realtà - continua il presidente del comprensorio venatorio Bassanelli - è che il nostro territorio è troppo antropizzato e urbanizzato per poter ospitare lupi e orsi: in Abruzzo ci sono aree apposite e l’orso marsicano non ha la stazza dell’orso bruno. Da noi la montagna è ormai troppo frequentata, da escursionisti, famiglie, scialpinisti, per consentire la compresenza di predatori come orsi e lupi. La convivenza, in caso di aumento degli esemplari, diventerebbe veramente complicata».

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