Idrogeno verde, Gazzaniga guarda avanti: «Saremo noi il primo Comune a produrlo»

ENERGIA SOSTENIBILE. L’idea dell’assessore Masserini: riscaldare le ex scuole di Orezzo con il combustibile generato da un impianto di elettrolisi in loco. E sul tetto i pannelli solari per alimentarlo. «Questo il futuro, copiamo l’Olanda».

L’idrogeno verde è il futuro dell’energia. Ne sono convinti a Gazzaniga, che punta a diventare il primo Comune d’Italia a produrre idrogeno realizzato grazie alle fonti rinnovabili: l’idea dell’assessore a sicurezza, protezione civile e digitalizzazione Marco Masserini è quella di creare, nella frazione collinare di Orezzo, un modello sperimentale da replicare, con la convinzione che «il vettore energetico per eccellenza e soprattutto a portata di mano è l’idrogeno e su questo dobbiamo puntare e investire».

Di cosa si tratta? «Di utilizzare un sistema di generazione del calore – risponde Masserini – costituito da una caldaia alimentata a gas idrogeno prodotto sul posto tramite l’alimentazione dell’energia fornita da tre impianti fotovoltaici: i pannelli saranno posati sul tetto delle ex scuole elementari di Orezzo e in due scarpate che sovrastano il campo sportivo, nelle vicinanze della scuola, esposte a Sud-ovest». I pannelli solari, spiega Masserini, «alimenteranno con i 200 kilowatt prodotti una serie di elettrolizzatori a celle elettrolitiche modulari, che scindono le molecole d’acqua in idrogeno e ossigeno».

Tutto a km zero e senza emissioni di carbonio: se a oggi la produzione di idrogeno in Europa è essenzialmente basata sull’utilizzo di combustibili fossili come gas e carbone, qui si parla invece di idrogeno verde. Sarà prodotto in un locale stile container da collocare tra le ex scuole e il campo sportivo: al suo interno si troveranno l’acqua, portata in loco dopo essere stata trattata, e gli elettrolizzatori. Ad alimentare l’intero processo sarà l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici. E alla fine il combustibile verde prodotto servirà a riscaldare, attraverso una caldaia a idrogeno, l’edificio utilizzato dalle associazioni della frazione per incontri, dalla Pro loco e come sede dell’ambulatorio di un medico. «E il di più potrà essere stoccato per l’inverno», aggiunge l’assessore.

La sperimentazione

Se in Italia stanno per decollare le cosiddette «Hydrogen Valleys» finalizzate all’utilizzo di idrogeno verde per l’industria e i trasporti, qui «si parla invece di un uso limitato, a favore della popolazione e soprattutto promosso da un Comune. Penso che se andrà in porto in tempi brevi, potremmo essere i primi in Italia» spiega Masserini, amministratore non nuovo alle sperimentazioni.

Fu lui a ideare e seguire in veste di assessore della Comunità montana Valle Seriana, il progetto di videosorveglianza Thor – che ora vigila sull’intera Valle Seriana ed è stato preso a modello anche dalle città di Bergamo e Treviglio – così come Artemide, pensato per potenziare, tramite ponti radio, la rete mobile e fissa, portare connettività gratuita wi-fi anche nelle valli laterali colmando le lacune dei gestori di telefonia e controllare tutte le aree boschive della valle per la segnalazione in tempo reale alle squadre di Antincendio boschivo.

Ora per il progetto H2, come è stato chiamato questo di Gazzaniga, è aperta la caccia ai finanziamenti: «Sto cercando fra i vari canali istituzionali cioè Bim, Regione Lombardia dove siamo in contatto con l’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, ministeri vari, anche per accedere ai fondi Pnrr. Non si tratta di un intervento ciclopico, parliamo di 500-600mila euro. Se funziona, come penso, si potrà replicare».

Magari seguendo l’esempio che Masserini ha preso come ispirazione: il progetto pilota avviato nella città di Lochem, nell’Olanda orientale. Qui 12 case unifamiliari, tutte costruite intorno al 1900 (quindi con diversi vincoli paesaggistici che impedivano di adottare le tradizionali soluzioni green) sono state dotate di una caldaia che brucia idrogeno puro a zero emissioni di carbonio.

E se l’idrogeno verde è un pilastro della strategia europea del Green Deal che punta a ridurre del 55% le emissioni nocive e ad azzerarle nel 2050, Gazzaniga non vuole perdere tempo.

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